Il fascino ‘indiscreto’ del musicista…

Il fascino ‘indiscreto’ del musicista…

Lo affermava Darwin. La scienza, adesso, lo certifica. Il fascino del musicista è assai più che una vagheggiamento della fantasia. E’ un dato di fatto, almeno secondo un recente studio condotto in Austria e pubblicato sulla rivista accademica “Frontiers in Psychology“.

Quanti si dedicano alla musica – in sostanza – sarebbero più attraenti e dotarti del potere di risvegliare tutti quanti i sensi di chi li vede o li ascolta. L’indagine, condotta in contemporanea dal dipartimento di cognizione, emozioni e metodi in psicologia dell’Università di Vienna; dall’altro, quello di psicologia dell’Università di Innsbruck dimostra, tra l’altro, che non sussiste differenza tra maschi e femmine. L’attrazione reciprocamente esercitata viaggia all’unisono.

Per meglio comprendere il fenomeno, occorre – prima di tutto – distinguere tra musica e musicalità, basandosi su definizioni chiare, osservate da una prospettiva storica. Si viene, così, alla constatazione che, se la musicalità può essere definita come un insieme di capacità di cui sono dotati gli esseri umani, per creare e godere della musica; quest’ultima, dal canto suo, si riassume come prodotto della musicalità.

IERI E OGGI

Del resto, già Darwin, a suo tempo, identificava l’evoluzione della musicalità come selezione puramente fisica, sorta di metodo di corteggiamento, nella scelta del partner riproduttivo. Oggi, in maniera ancora più attenta, si analizza “l’effetto della musicalità sull’attrazione, riconoscendo l’importanza dell’attrattiva del volto“.

D’altronde, “la scelta del partner e il comportamento, durante il corteggiamento, sono determinati da un’ampia gamma di fattori. Il volto umano è un importante indizio, biologico e sociale, in qualsiasi contesto di corteggiamento“. Parallelamente, “la musicalità può essere un’altra indicazione rilevante, poiché segno di intelligenza e di migliori capacità motorie“. D’altra parte, “la musica viene interpretata anche e soprattutto in un contesto sociale, in cui di solito avvengono gli incontri“.

Si va, insomma, più nel dettaglio della questione. Merito del campione, composto, per l’occasione, da 35 donne e 23 uomini, tutti studenti in psicologia, eterosessuali e single. Nel caso delle partecipanti femminili, nessuna di loro utilizzava contraccettivi ormonali, né era in stato di gravidanza o in periodo di allattamento. Ebbene, rientravano tutti, all’incirca, nella medesima fascia di età e sono stati abbinati, in base al background e alla formazione musicale, caratterizzati da stati d’animo e preferenze musicali simili.

GLI ESPERIMENTI

L’intero gruppo è stato sottoposto a due diversi tipi di test. Nel primo, sono stati mostrati 37 volti, per valutarne l’attrattiva ed esprimere o meno un eventuale desiderio di frequentazione. Solo in 20, in realtà, rappresentavano l’autentico obiettivo della ricerca, diversamente dal resto, adoperati come elementi di distrazione.

La seconda prova prevedeva l’abbinamento di frammenti musicali – della durata di 25 secondi – in modo casuale, ai 20 volti, oggetto di studio e, naturalmente, anche agli altri. Premesso che, ai partecipanti, era stato detto che ad interpretare i brani erano stati i soggetti mostrati, il risultato più eclatante si è avuto con le donne. Il gentil sesso, alfine, ha ritenuto più attraente i soggetti a cui era stata attribuita l’interpretazione della musica e più disponibile, in tal senso, ad un incontro. Al contrario, i signori uomini, pur interessati a quante legate alla musica, non hanno legato quest’ultimo fattore alla capacità attrattiva delle loro concupite.

Due, in sintesi, le conclusioni. Il legame, confermato, tra selezione sessuale e musicalità. In secondo luogo, la differenza tra sessi. Nei maschi, poco conta la musica, per determinare il livello di fascino della partner.

Terza e non meno importante considerazione: i risultati ottenuti attestano – all’unisono con ulteriori ricerche condotte in concomitanza – come la musica influenzi effettivamente il modo in cui percepiamo gli altri e come cambino i comportamenti, nei confronti del prossimo, in un contesto che la preveda come elemento portante.

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