Pier Silvio e quella scivolata di stile…

Pier Silvio e quella scivolata di stile…

Ci risiamo e, in fin dei conti, di scelte editoriali si tratta. Nulla di personale, quindi o, almeno, così sembrerebbe. Fatto sta, Mediaset sta operando, per volontà dell’ad Pier Silvio Berlusconi, una vera e propria repulisti, sorta di allontanamento dal trash, per proporre una tv più ‘elegante’ e garbata.

Almeno per un anno – tradotto – gli spettatori faranno a meno dell’Isola dei Famosi, per ora in stand by. La nuova linea editoriale, del resto, parla chiaro. E se pure, nel corso della Conferenza stampa per la presentazione dei nuovi palinsesti, è stata riconfermata la collaborazione tra Ilary Blasi e l’emittente, ancora l’epurazione di Barbara d’Urso fa discutere.

La stessa, intervistata, ha parlato di “rabbia, dolore e sgomento“. “La cosa che mi fa più male è che non mi hanno permesso di salutare il mio pubblico“, rivela la 66enne. Una doccia fredda o un amaro risveglio – fate voi – per una donna che, all’Azienda – a confermarlo ci sono i fatti – ha dato veramente tutto e, questo, al di là della constatazione che possa, più o meno, rimanere gradita agli spettatori.

Ancora, la conduttrice parla di “decisione non consensuale“. “Canale 5 e Barbara d’Urso hanno concordato che, dalla prossima stagione, l’artista non condurrà più Pomeriggio 5. Io non ho concordato niente“, rivela. Poi rincara: “Ne ho sopportate tante, forse un giorno lo racconterò. Ho messo la testa sotto l’acqua perché lavoravo con passione. Ma questa volta no“. Ancora: “Mi hanno ferito profondamente. Fabio Fazio è andato via e ha salutato tutti, come Serena Bortone. Io non ho potuto ringraziare nessuno… mi hanno lasciato a casa, in pochi giorni“.

E’ un fiume in piena, Barbarella, sostenuta, peraltro, anche dalle vecchie volpi della comunicazione. A perorarne la causa, tra i tanti, Vittorio Feltri che, con un lungo articolo su Libero Quotidiano ne ha assunto le difese. Mediaset, a sua detta, avrebbe commesso un grave errore nel chiudere i rapporti con colei che il giornalista definisce “una lavoratrice instancabile, che ottiene risultati con il suo modo di fare televisione“.

Secondo Feltri, insomma, il programma del pomeriggio di Canale 5, nonostante possa far storcere il naso a qualcuno, funziona. “Piace, intrattiene, diverte e, in contemporanea, racconta la società, i costumi, la cronaca e la vita degli ultimi“.

Mediaset le dà un calcio nel sedere e se ne libera in tutta fretta, addirittura prima della scadenza naturale del contratto, che sarebbe a dicembre“, ma certo questo apre seri dubbi – stando al direttore – sul nuovo corso dell’Azienda, a pochi giorni dalla scomparsa di chi l’ha creata.

Una rivoluzione, che porterà, forse, ad una sorta di simbiosi tra la rete Ammiraglia del Biscione e Rai tre. Si prevedono, ad esempio, l’arrivo di Myrta Merlino, in sostituzione della stessa D’Urso e Bianca Berlinguer, su Rete 4.

Disapprovazione, per scelte che potrebbero spersonalizzare un tipo di prodotto a cui, chi guarda, è profondamente legato. “Il nostro compito non è educare – conclude – moralizzare o nobilitare. Forse sarebbe opportuno scendere da quel piedistallo su cui ci siamo posti e che, prima o poi, crollerà“. Criminalizzare il Nazional popolare, in pratica, non ha senso e conduce a poco o a nulla.

Eppure, giacché la vita è una ruota e gira, dopo la delusione, almeno per la Nostra, si attendono momenti migliori. Già si vocifera di un’offerta, da parte di Urbano Cairo, patron di La7. Tempo fa si era anche accennato ad un possibile progetto su Netflix. Un nuovo reality, simil Temptation Island. Barbarella, in ogni caso, è destinata a rimanere attiva, sia pure fuori dalle telecamere. Di certo, conoscendola, non si perderà d’animo e la questione, a guardar bene, non riguarda neppure la decisione, in sé e per sé.

Il punto è un altro. Il punto – malgrado tutto – sono i modi. La buona creanza, quella tanto rimpianta, evidentemente, da Pier Silvio, parte anche da questo. Dal lasciare, cioè, alle persone che per anni hanno fatto parte e messo la faccia su un progetto – qualunque esso fosse – la dignità. La possibilità di poterne uscire a testa alta e non dalla porta di servizio, alla rinfusa, con la cosa tra le gambe.

Ecco, c’è poco altro da aggiungere, indipendentemente dal nome di cui si discute, dal fatto che riscuota più o meno successo. Via il trash? E sia. Il discorso è che il primo modo, per allontanarlo e proseguire a restare credibili, non può certo essere rinunciare alle buone maniere. Educazione chiama educazione e rispetto. Per tutti, anche per se stessi e per chi, prima e meglio, ha fatto per noi.

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