Breve resoconto di una notte da Leon… ardo

Breve resoconto di una notte da Leon… ardo

Racconto – ennesimo – di una cronaca che non vorremmo mai leggere.

La serata in discoteca, il 18 maggio. Poi, la notte, tutta da ricostruire e, il giorno a seguire, un messaggio su Instagram a cui “io, per paura, non risposi“. 

Si dipana – anche attraverso questo fondamentale passaggio – la denuncia della 22enne, che accusa di violenza sessuale Leonardo Apache La Russa, 19 anni, figlio del presidente del Senato, Ignazio. Rivelazione, che apre un possibile scenario di indagine.

Gli investigatori, che hanno acquisito il cellulare della presunta vittima, ne analizzeranno il contenuto: telefonati, messaggi o vocali, atti a ricostruire l’accaduto di una sera qualunque e denunciato più in là, il 3 luglio, presso la Procura di Milano.

La Russa jr, in sintesi, è indagato per violenza sessuale, dalla procuratrice aggiunta Letizia Mannella e dalla pm Rosaria Stagnaro. Intanto, domani, 10 luglio, sarà ascoltata anche la giovane, presunta vittima, assistita dall’avvocato Stefano Benvenuto.

Stando al racconto, l’ex compagna di liceo del ragazzo avrebbe rincontrato, fortuitamente, il giovane, in un locale milanese. Qui avrebbero trascorso insieme la serata, finita poi, a detta di Lei, in maniera drammatica. 

La cronaca

Intorno a mezzanotte, si reca a ballare. Rivede Leonardo. Si salutano. Poi, dopo due drink, afferma di non ricordare più nulla. Di essersi svegliata “confusa e nuda nel letto di Lui, intorno a mezzogiorno. Alla richiesta di spiegazioni “mi disse: siamo venuti qui dopo la discoteca, con la mia macchina” e che “aveva avuto un rapporto con me, sotto effetto di sostanze stupefacenti e che un suo amico, che stava dormendo in un’altra stanza, aveva avuto un rapporto con me, a mia insaputa“. 

Spaventata, invia, dunque, un messaggio all’amica che era con lei la sera prima, per chiederle cosa fosse accaduto e se fosse stata drogata. “Stavi benissimo prima del drink“, la risposta. “Ho provato a portarti via, ma non mi ascoltavi“. 

Appena fuori dall’abitazione di La Russa, ha annotato – quindi – l’indirizzo e ha chiamato la madre, che l’ha convinta a farsi visitare. I medici della clinica Mangiagalli le hanno riscontrato una ecchimosi al collo, una ferita alla coscia e positività alla cocaina, che aveva assunto prima di andare in discoteca. Inoltre, è risultata positiva alle benzodiazepine. Andrà verificato se erano in quantità compatibile con l’uso abituale di tranquillanti che la giovane ha spiegato di assumere su prescrizione medica o se in dose superiore, al punto da ipotizzare che sia stata stordita.

L’imputato, dal canto proprio, ha parlato di “scelta condivisa“. “Mi ha raccontato tante cose della sua vita, a dimostrazione che era lucida” e parla, attraverso voce del suo difensore, di ricostruzione “fumosa“.

Toccherà, ora, agli uomini della squadra mobile, a cui sono state delegate le indagini, verificare quanto realmente successo. A fornire loro una mano, negli accertamenti tecnici, la visione delle telecamere di sorveglianza, piazzate nella via subito fuori dal locale, o nei pressi della casa di La Russa. 

Montecchi e Capuleti

Sui fatti – ovvio – non si fanno attendere neppure le dichiarazioni dei rispettivi genitori.

Il presidente del Senato Ignazio La Russa

Dopo averlo a lungo interrogato, ho la certezza che mio figlio Leonardo non abbia compiuto alcun atto penalmente rilevante“, ha dichiarato, a caldo, il Presidente del Senato, subito e inevitabilmente finito nel bel mezzo di una bufera politica. “Conto sulla Procura della Repubblica verso cui, nella mia lunga attività professionale ho sempre riposto fiducia, affinché faccia chiarezza, con la maggiore celerità possibile, per fugare ogni dubbio“.  

Di sicuro – prosegue, allusivo – lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne dà notizia – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti“. E ancora: “Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina, prima di incontrare mio figlio. Un episodio, di cui Leonardo non era a conoscenza. Una sostanza, che lo stesso Leonardo, sono certo, non ha mai consumato in vita sua“. 

Non solo. La Russa aggiunge di aver “visto fuggevolmente“, la mattina seguente, la ragazza. “Ho aperto la porta“, specifica. “L’ho vista. Era tranquilla e poi se ne è andata“.

Un vero assist, stando al legale di Lei, a conferma del fatto che “sta venendo fuori la verità“.

E se, per il Senatore, non ci sarebbe alcun reato: “Senza entrare nel merito dell’inchiesta, coperta dal segreto, la domanda che mi pongo, da normale cittadino e non da avvocato, è come possa una ragazza aver assunto cocaina e non ricordare nulla, fino all’indomani“, sottolinea. “La cocaina è nota perché provoca eccitamento, non sonnolenza“.

Di diverso parere è il papà della 22enne. “Se verrà dimostrato quello che racconta mia figlia, e io credo a mia figlia, lei resterà segnata per tutta la vita. Spero che chi deve indagare e giudicare sappia valutare oggettivamente i fatti, indipendentemente dalla potenza politica del padre“.

Due diverse fazioni, differenti punti di vista. Rimangono, adesso, da ricostruire orari, spostamenti, persone incontrate. “Le indagini sono ancora in corso“, precisano gli inquirenti. “Stiamo lavorando, per capire se ci sono altre persone coinvolte nei fatti di quella notte“.

Intanto, inesorabile, quasi scontata, la storia si ripete. Ennesimo caso Grillo o Genovese. Ennesima storiaccia, talmente arcinota, da rasentare – quasi – la banalità. Non rimaniamo sorpresi. Piuttosto, disgustati e perplessi, su come sia possibile e ‘naturale’, oramai, il protrarsi di accadimenti di questo genere, dettati dal ‘nulla’ che li circonda.

Avere tutto e perdere tutto, in un solo istante. Così si riassume la faccenda. Al di là delle possibili pezze che ci mette papà. Al di la di come andranno, poi, le cose. A perdere, tuttavia, sono tutti. E’ un addio all’innocenza, alla spensieratezza, al gioco, per entrare in una dimensione buia. Un macchia addosso, che non si lava con un pezzo di carta e una firma apposta sopra.

La cicatrice rimane, comunque, e segna le coscienze per chi, almeno, ne possiede una. Il resto si sa o, se non altro, si immagina. Quel che è stato. Quel che sarà e, intanto, nel cuore, alberga tanta tristezza…

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