Barbie… degli scandali

Barbie… degli scandali

Neppure uscito, è già vietato. Un bel record, per l’attesissimo film Barbie che, nel giro di poco, sta suscitando parecchio scalpore. La pellicola, difatti, ha già subito l’effetto della scure della censura che, almeno, in Vietnam, le si è abbattuta addosso. Motivo? Un dettaglio del trailer, capace di riaccendere la disputa territoriale nel Mar Cinese Meridionale. Non solo, rischia, adesso, per l’identica ragione, di essere bandito anche dalle Filippine.

Come spiega The Independent, nelle scene viene mostrata una mappa che delimita i confini della Cina. La cosa sorprendente è che, stando alla suddetta mappa, farebbero parte del territorio considerato, anche una serie di isole, oggetto di dispute territoriali. Insomma, nella questione sarebbe coinvolta più di una Nazione.

E c’è chi, addirittura, vd. il senatore statunitense Ted Cruz, ha accusato il girato di “promuovere la propaganda cinese“. Data la natura delicata della faccenda, non ha certo stupito la reazione del Vietnam, atta a vietarne la distribuzione. D’altronde, non è la prima volta che il Paese assume decisioni del genere. In precedenza, aveva bandito, secondo il medesimo criterio, Uncharted e la serie Netflix Pine Gap. Non solo, la questione – lo accennavamo – potrebbe avere un seguito anche altrove.

Trattandosi di un argomento controverso, la Casa di produzione sta, ora, cercando di riguadagnare terreno, tramite la diffusione di un comunicato. Si tende a sminuire. Si sostiene, in pratica, che il disegno era solo una rappresentazione infantile e “non intendeva esprimere alcun tipo di rivendicazione“. Tuttavia, data la delicatezza della materia, è improbabile che il divieto venga revocato a breve.

Ma c’è di più. Altro elemento di discussione è la tempistica dell’ uscita, in contemporanea con l’opera bellica di Christopher Nolan, Oppenheimer. La simultaneità dei due lavori, completamente opposti in termini di trama e immagini, ha persino dato vita a un fenomeno, su internet, noto come Barbenheimer.

E, qualche polemica, si è registrata, lo scorso giugno, anche in Francia. Il poster distribuito – a quanto pare – conteneva un gioco di parole, decisamente sopra le righe. Al momento, non è ancora chiaro se la mossa sia stata intenzionale o meno.

Ancora, l’attore cinese naturalizzato canadese Simu Liu – tra gli interpreti – pur rappresentando uno tra i volti più importanti, a sostegno della promozione della diversità, si è trovato coinvolto in diversi scandali. Sarebbe stato protagonista di un acceso diverbio pubblico con una TikToker. Ebbene, il battibecco avrebbe attirato l’attenzione sull’uomo, non nuovo nell’accanirsi contro chi lo critica online.

Resta da vedere se il gran parlare comprometterà o meno le sorti di un’avventura nata, se nza dubbio, sotto stelle particolari o, al contrario, l’avranno vinta il peso della campagna promozionale e il richiamo nostalgico. In ogni caso, vale la pena ricordare la considerazione che muove, in genere, gli esperti di pubbliche relazioni: “Non c’è migliore pubblicità della cattiva pubblicità“.

E Barbie sia…

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