Brilla come l’oro la casa
Colore… e percezione degli spazi. Non sempre, nella contestualizzazione degli ambienti, si tiene presente che il rapporto tra i due elementi è di fondamentale importanza. Ebbene, tra le numerose, anzi, infinite tonalità, spicca l’oro, nuovamente in ascesa e pronto a dettare le sue regole, anche quando si tratta di arredamento.
Sintomatico di lusso ed eleganza che, tuttavia, si declina in maniera inedita, in assemblaggio ad altre tinte e materiali. Bilanciato, in parte contenuto, per evitare di cadere nell’eccesso. Equilibrio e cura dei dettagli, diventano, dunque, indispensabili, nell’inseguimento di un risultato che nulla abbia a che vedere con il kitsch.
Primo passo del progetto è, quindi, quello di valutare lo stile già presente. Quel che già esiste, vale a dire, determina quel che sarà. Del resto, il dorato si abbina con il classico come con il contemporaneo, in modo altrettanto soddisfacente. Mobili, ad esempio, dal design curvilineo, oppure linee pulite e materiali lucidi.
Nel primo caso, si tratterà di dettagli, a riscaldare ed impreziosire scelte già esistenti. Nel secondo, si punterà sui contrasti, accezione di personalità e grinta.
Le combinazioni? Quelle giuste, a dire il vero, sono tante. Tutto sta nel considerare l’obiettivo a cui si punta. Farsi un’idea, insomma, dell’immagine finale.
Per un’atmosfera calda e accogliente, non c’è nulla di meglio che l’associazione con sfumature terrose (marrone, beige). Una combine, che rende qualsiasi stanza ricca di carattere. Diversamente, per un mood audace e glamour, rosso e viola si dimostrano alternative, azzeccate e vincenti. L’impatto visivo, in tal senso, è assicurato.
Basilare è che nessuna nuance prevalga sull’altra. Che la sensazione che se ne ricava, varcando la soglia per entrare, risulti di totale armonia.
Mobili sì, ma anche accessori. Lampade, specchi, cornici e vasi possono trasformare l’insieme che li ospita. Persino gli utensili da cucina si prestano al cambiamento, così come le posate. Ci avevate pensato? In mondo che persino il desinare diventi un’esperienza degna di un Re.
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