Sentori di pace sulla collina di Hollywood…
“Habemus Papam“, commenterebbe qualcuno. Di fatto, dopo 146 giorni di paralisi, Hollywood riprende fiato. Sceneggiatori e produttori hanno, finalmente, trovato un accordo, a conclusione di quasi cinque mesi di sciopero. A renderlo noto, il sindacato Writers Guild of America. Documento, che dovrà essere ratificato dalla maggioranza degli iscritti alla Wga, ma che – comunque – pone fine alla mobilitazione, cominciata il 2 maggio.
Resta, invece, in opposizione il sindacato degli attori (Sag-Aftra),
“Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio con l’Alleanza che riunisce gli Studios tradizionali e piattaforme di streaming (Amptp). E’ stato possibile, grazie alla tenace solidarietà degli iscritti e allo straordinario supporto degli altri sindacati dello spettacolo“. Ecco, quanto riferisce la nota ufficiale. “Possiamo dire con grande orgoglio che questo accordo è eccezionale – si legge ancora nella lettera – e che prevede passi avanti significativi, per autori e sceneggiatori di tutti i settori. Quello che resta da fare al nostro staff è assicurarsi che tutto venga messo nero su bianco, in modo appropriato. E anche se non vediamo l’ora di condividere con voi i dettagli di ciò che abbiamo ottenuto, non possiamo farlo, finché non avremo messo l’ultimo puntino sulla i“.
Manca ancora – va detto – la stesura finale del documento e l’esamina, da parte della direzione della Wga, prima dell’approvazione dalla maggioranza degli 11mila iscritti, tramite voto online. Un passaggio indispensabile, anche se il “sì” della base è scontato.
Si mette così, almeno nelle intenzioni, la parola fine ad un capitolo della storia del Cinema tra i più laceranti. Oltre ad aver paralizzato l’industria dello spettacolo ha, infatti, rallentato l’economia dell’intero Stato, mandando in fumo oltre 5 miliardi di dollari.
Per trovare la quadra sono occorsi cinque giorni di trattativa non stop negli uffici della Amptp di Sherman Oaks. Sabato pomeriggio gli Studios hanno fatto la loro “ultima e migliore” offerta e, nella riunione di oggi, i rappresentanti del sindacato hanno concesso l’approvazione.
La questione più complessa avrebbe riguardato – è noto – l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Tuttavia, gli sceneggiatori sarebbero riusciti a soddisfare anche una serie di altre richieste: aumenti della paga minima, garanzie sulla fase di scrittura dei soggetti, percentuali più alte dei diritti d’autore per le opere destinate allo streaming.
In tutti questi mesi, il livello dello scontro è rimasto sempre alto e inutili i tentativi di riaprire la contrattazione, ma l’ultima occasione di tornare al tavolo delle trattative ha cambiato le cose, grazie anche al supporto del governatore della California, Gavin Newsom, che ha chiamato a sé i principali negoziatori.
Si conclude, così, uno sciopero doppio, che non si verificava dal 1960. E che ha decurtato lo stipendio a chi ha incrociato le braccia, ma ha finito per coinvolgere coinvolge simultaneamente un largo indotto, motore altrettanto portante della città e dello Stato.
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