Myrta Merlino e quell’anima che non c’è

Myrta Merlino e quell’anima che non c’è

…e, se da una parte si piange, altrove, davvero non si rede. La nuova era di Pomeriggio 5 continua a non convincere. Myrta Merlino, con la sua conduzione, non viene apprezzata dall’ex pubblico di Barbarella, così come sperato. In molti continuano a sentire la mancanza del volto che, per 15 anni, li ha accompagnati e intrattenuti nello stesso orario e, al di là del tentativo di risalire la china e allontanarsi dalla volgarità, i rimpianti non mancano.

Persino l’illustre Aldo Grasso volta lo sguardo alla telegiornalista e commenta il tentativo mal riuscito di sostituire la D’Urso.

È la grande giornalista che desiderava risolvere i problemi del Paese, che ascoltava con uguale attenzione i casi umani e le piazze, che sognava di essere la Michele Santoro dei Parioli? Oppure la signora ben introdotta nel milieu romano, che, bontà sua, ascolta la casalinga disperata?“, si domanda il critico televisivo.

Dalle colonne del Corriere della Sera analizza: “Come si fa a rimpiazzare una che aveva trasformato il trash in una visione di vita?“. A sua detta, l’idea di eliminare “la comare” e il sentimentalismo ha lasciato ben poco da offrire nelle argomentazioni rivolte al pubblico.
Da Myrta ci si aspettava, insomma, di più.

Invece, la concorrenza di Alberto Matano si fa di giorno in giorno più schiacciante e il suo ruolo sembra fuori posto. Non solo. Se il mandato era quello di non lasciarsi soverchiare dagli argomenti, al dunque è la tv che comanda.
Ancora: “Sorride solo per lanciare la pubblicità e spesso ‘cambia pagina’, come se il suo programma fosse un patchwork di altri programmi“, sottolinea il giornalista.

Più in generale, al nuovo Pomeriggio 5 mancherebbe un’identità riconoscibile. Il trash non è solo nei contenuti ma soprattutto nel modo con cui li si presenta e qui, si fa notare, la più recente interpretazione del pomeriggio televisivo non ha nulla di differente dalla precedente conduzione.

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