L’infuocata corrispondenza d’amore di trecento anni fa…

L’infuocata corrispondenza d’amore di trecento anni fa…

Non vedo l’ora di possederti“. E, del resto, che male c’è, se a sbottonarsi così è una giovane moglie, rivolta al proprio… e legittimo, marito.

Di nuovo c’è, forse, che non si tratta di tempi moderni ma, per risalire alla data della missiva, occorre inoltrarsi addietro, nella Francia del Settecento. L’amato consorte, nel caso specifico, è un marinaio, impegnato nella Guerra dei sette anni. Quella, cioè, che vide contrapposti due diversi schieramenti europei e che si svolse tra il 1756 e il 1763.

Ebbene, la lettera tanto accorata non ebbe, tuttavia, responso, poiché non arrivò mai a destinazione. Venne confiscata dalla Marina militare di Sua Maestà britannica, dopo una vittoria nella battaglia navale in cui il malcapitato di turno – va da sé – venne catturato.

Una storia tra tante, dal momento che gli scritti delle donne dei marinai di Francia sono rimaste imprigionate – o custodite, fate voi – in un cassetto degli archivi di Stato di Londra, per quasi tre secoli.

Avvolte nel silenzio, fin quando uno storico ha avuto il permesso di esaminarle. Ne è scaturito un contenuto assai più piccante, licenzioso, spregiudicato di quel che si potrebbe immaginare e persino di quel che, in fondo, siamo abituati ad utilizzare noi oggi.

E, se alcune, benché redatte da Signore, presentano un piglio decisamente ‘virile’, altre si distinguono per la prosa, romantica e sensuale. “Potrei stare qui a scriverti tutta la notte quanto ti amo, ma non ci sarebbe spazio per la firma, in fondo al foglio“. Parole ispirate, selezionate con cura. Metodica rappresentazione di una passione che non accetta – al di là dei km che separano – di spegnersi.

In un’altra, ancora, si rimprovera il coniuge: “Io ti penso, più di quanto tu pensi a me“, e lo si raccomanda di inviare i saluti al compagno d’armi, “visto che io ho tue notizie soltanto da sua moglie“. Redarguire… per amare di più… e subito viene alla mente un ambiguo gioco a quattro… uno scambio di coppie… potere di un’immaginazione che, probabilmente, vola. ma tant’è.

Il tesoretto parla e, ad alta voce, fa sentire tutto il peso del suo smisurato fascino. Patrimonio, venuto alla luce, per puro caso, nel 2004, ad opera di un docente di storia europea all’Università di Cambridge, tale Renaud Moriuexmentre, mentre effettuava ricerche su un altro argomento, nei National Archives di Londra.

Soltanto tre, fra le decine e decine di fogli, erano state aperte. Le altre evidenziavano ancora il sigillo di ceralacca. C’è da supporre che, chi le aveva sequestrate, al tempo, le avesse giudicate di scarso interesse… oppure che il suo francese non fosse stato abbastanza allenato, per comprenderne appieno il significato.

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