Rosso? Non finisci mai di ispirarci…

Rosso? Non finisci mai di ispirarci…

Lo individuano, gli psicologi, come effetto red dress. Vale a dire che, con la sola vista del colore rosso si riattivano una serie di reazioni neurobiologiche, che evocano eccitazione, passione, pericolo, energia.

Non ci si annoia, insomma e ciò vale sia per chi lo indossa, sia per chi lo guarda. Del resto, storicamente sinonimo di prestigio, un tempo era addirittura il colore riservato alle spose, segno di vita e di sangue insieme. Oggi, il rosso viene utilizzato soprattutto per sintetizzare i momenti di cambiamento e i nuovi inizi. Si tratti, pure, di una rivoluzione che riguarda le chiome: tanto di moda, ultimamente, va il cherry coke, una sfumatura a metà tra l’amarena e il castano scuro, con riflessi henné.

Fil rouge, quello tra la tinta in questione e il mondo delle celebrità e della moda, esente dal tempo. Intramontabile, ad esempio è il rosso Valentino. Si racconta che l’ispirazione sia arrivata, al couturier, da una signora avvolta in un sontuoso abito di velluto rubino, al Gran Teatre del Liceu di Barcellona. Da quell’incontro nacque un must. Un pigmento puro, in sintesi, privo di interferenze. Qualcosa di riconoscibile e audace, capace di scrivere un capitolo a sé, nell’eleganza contemporanea. Potremmo citare, allo stesso modo, il rosso Ferrari… come se sposando la tonalità ci si marchiasse, al contempo, del sigillo di vincenti.

L’ultimo, in ordine di tempo, è Gucci sotto la guida del nuovo direttore creativo Sabato De Sarno, che ha scelto l’elemento cromatico come espressione del cambiamento stilistico intrapreso dalla Maison. Nella collezione primavera-estate 2024, si mostra simile, nella distribuzione delle nuance, a un calice di Barolo. Inedita gradazione, in cui si intravede già il futuro del marchio, sorta di scommessa positiva, ardimentosa, visione ambiziosa nei confronti del domani.

Tuttavia, l’estetica dello scarlatto influenza i designer già da lungo tempo. Cristóbal Balenciaga traduceva la sua arte nel rosso cardinale, eredità pittorica di Goya e Velázquez, e la riproponeva, poi, nelle trame dei suoi abiti. Lo stesso Christian Dior, nel 1947, all’interno del suo atelier parigino in Avenue Montaigne, presentò una serie di capi impreziositi da accenti corallo e geranio e, poco tempo dopo, facendone una miscela, estrasse come un mago dal cilindro il rouge Trafalgartinta che, ancora oggi, rimane tra le più amate e vendute, nelle varie collezioni.

Rosso, pure, come luogo della seduzione. A tal proposito, Christian Louboutin ha fatto delle suole scarlatte il suo tratto distintivo. Nel 1993, mentre lavorava a un prototipo ispirato all’opera Flowers di Andy Warhol, il designer si trovò di fronte a una suola nera, che non lo convinceva del tutto. Guardando una sua assistente stendere uno smalto sulle unghie, ebbe l’intuizione. Dipingere, cioè, la suola delle scarpe di un colore vivido, immediatamente decifrabile. Operazione riuscita, dal momento che le sue calzature divennero, in breve, oggetto del desiderio femminile.

Sempre a proposito di bellezza, secondo lo psicologo svizzero Max Lüscher, creatore del test che analizza il linguaggio cromatico, i colori parlano e svelano le emozioni che proviamo. Non a caso, agli inizi del Novecento, il rossetto rosso divenne simbolo di emancipazione. Democratico alleato, capace di abbattere gli stereotipi legati al ceto sociale e alla professione. Riproposto, più in là, anche negli anni ’40, caposaldo cosmetico, per combattere le brutture della guerra.

Se siete tristi, truccatevi, mettete il rossetto rosso alle labbra e attaccate“, consigliava Coco Chanel, indossando il suo iconico N°14 Passion, uno scarlatto intenso, dall’aura forte. Un classico, alfine.

E, come tutti i classici, destinato ai ritorni. Reazione all’estetica minimal e al quiet luxury, si appresta, ora, a farsi nuovamente tendenza. Preannuncia, evidente una prossima era massimalista e lo fa sfoderando la sua anima instancabile, indomita, inossidabile. Eternamente verace. Potente.

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