Mutande pazze: storia di un feticista cleptomane

Mutande pazze: storia di un feticista cleptomane

Un tempo di diceva: “Rubagalline!”. Oggi, l’epiteto cambierebbe in: “Ruba reggiseni!”. Ebbene sì, poiché tale era la refurtiva, accompagnata da quasi quaranta paia di mutande femminili, di varia taglia, di vario taglio. Tutte usate e ‘prelevate’ dallo stesso tipo di ingrosso. Vale a dire gli stendini di casa delle legittime proprietarie.

Accadeva in Ciociaria: potremmo intitolarlo così questo pezzo che, tra il lusco e il brusco, ci riporta, suo malgrado, ad atmosfere andate e ci racconta le vicende – un po’ buffe un po’ poetiche – degli abitanti – anzi, delle abitanti – del posto, vittime delle angherie di un ladro. Biancheria, che ora rappresenta il capo d’accusa, per il reato di ‘furto continuato e violazione di domicilio’ formulato dalla procura della Repubblica di Cassino, nei confronti di un impiegato pubblico, poco più che quarantenne

Attualmente, il presunto colpevole ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini a suo carico e rischia di finire sotto processo. Avrà a disposizione venti giorni per fornire nuovi elementi; altrimenti, inesorabile lo attende il rinvio a giudizio.

Per quel che concerne le investigazioni, queste ultime hanno preso l’avvio nel mese di ottobre dello scorso anno. Allora, una pattuglia dei carabinieri aveva notato l’uomo accostare la sua auto nei pressi di un villino. Era entrato, in maniera circospetta, nel giardino e appena pochi minuti a seguire ne era uscito, senza neppure avvicinarsi all’abitazione. Un comportamento oltremodo sospetto, che ha indotto i carabinieri ad avvicinarsi, per effettuare una perquisizione.

Nelle tasche, gli sono stati trovati tre reggiseni e tre mutande da signora, trafugati dallo stendino che era nel prato.

Sbigottiti, gli appartenenti alle Forze dell’ordine hanno richiesto l’autorizzazione per poter approfondire le ricerche nella casa dell’impiegato e qui la sorpresa. C’era, ad attenderli, una ridda di capi di ‘intimo’ femminile, immancabilmente usati, lavati e perfettamente riposti nei cassetti.

Conclusione della favola, nei giorni successivi sono state in molte a presentarsi in caserma, segnalando la scomparsa del loro vestiario e rivendicando, poi, la legittima proprietà di quanto ritrovato. Roba ingiustamente trafugata, vero ma, se non altro, pulita, ben piegata e perfettamente custodita.

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