Dimmi se sei primo, secondo o terzogenito e ti rivelerò chi sei…

Dimmi se sei primo, secondo o terzogenito e ti rivelerò chi sei…

L’ordine di nascita? Strano a dirsi, eppure, recenti studi scientifici attestano che influisce non solo sulla nostra personalità, ma anche sul quoziente intellettivo.

Proprio così, gli anni che trascorriamo in famiglia rappresentano un periodo decisivo per la formazione. Tanto che, spesso, dai rapporti che instauriamo con i familiari si determina anche il grado di successo, poi, con il quale ci relazioniamo nel mondo esterno. Fuori la porta della nostra abitazione ci attende, in pratica, il resoconto di quel che siamo, o siamo stati fono ad allora.

Ebbene, pare che i rapporti di cui sopra e, soprattutto, i loro effetti sul modo in cui cresciamo siano inevitabilmente condizionati dalla posizione che occupiamo, all’interno del nucleo gerarchico delle nostre mura. Primi, secondi o terzogeniti indica, cioè, che genere di persone diventeremo.

Cominciamo con il segnalare che, come intuibile, l’infanzia e l’adolescenza rappresentano i momenti più emblematici. Per comprendere meglio le differenze, i ricercatori hanno tracciato tre profili:

  • maggiore
  • figlio di mezzo
  • più giovane

Dati, quelli a seguire, delineati sulla base dell’analisi di 377mila studenti americani delle scuole secondarie, di ogni estrazione sociale ed etnica.

Fratello/sorella maggiore

Rappresentano, i primi nati, per i rispettivi genitori, l’esordio con l’esperienza della genitorialità. Pertanto, specie in tenera età, potrebbero essere oggetto di comportamenti iperprotettivi. Nel momento in cui si trovano ad avere a che fare con un fratello o una sorella più piccoli, tendono, a loro volta, ad emulare il copione comportamentale, sviluppando, in contemporanea, un forte senso del dovere e una propensione alla leadership, giacché consapevoli di dover dare l’esempio. La necessità di essere modelli di condotta, tuttavia, potrebbe metterli sotto pressione. Non di rado, ingenerando una pericolosa tendenza al diniego di sé, in favore degli altri. Il quoziente intellettivo è, in genere, il più alto, anche se solo di pochi punti.

Fratello/sorella di mezzo

Presupposta una certa quantità di vissuto da parte dei genitori, il loro comportamento nei confronti dei secondogeniti, maschi o femmine indifferentemente, potrebbe essere improntato a una maggiore indulgenza, con il risultato di instillare, in questi ultimi, un minore senso del dovere, rispetto a fratelli e sorelle più grandi. I minori crescono, solitamente, all’ombra degli omologhi maggiori, loro punto di riferimento, specialmente dopo l’arrivo di un fratello o una sorella, ancora più piccoli. In questa situazione di mezzo, tendono a sviluppare una considerevole capacità di adattamento e una predisposizione alla diplomazia. Solitamente, diventano abili negoziatori, poiché allenati a condividere le proprie risorse con gli altri membri del gruppo. Nelle discussioni, fanno spesso da pacieri e sono anche quelli che, sovente, ricevono meno attenzioni da mamma e papà. Il che, li conduce ad emanciparsi molto presto. Alla ricerca, talvolta, dell’attenzione di cui non hanno beneficiato in casa, grazie alla loro empatia, sanno rivelarsi ottimi collaboratori, partner e compagni di squadra.

Fratello/sorella più giovane

A prescindere dall’età, i più giovani sono invariabilmente i più viziati. Per tale motivo, dimostrano un minore senso del dovere rispetto agli altri e, non essendo gravati della responsabilità di essere di esempio, sono maggiormente avvezzi ai colpi di testa. Sono anche più inclini alla ribellione, avendo ricevuto l’impressione che le regole possano essere infrante, senza conseguenze. D’altra parte, la maggiore libertà di cui hanno goduto può favorire lo sviluppo di una personalità, talentuosa e fortemente creativa.

LEGGI ANCHE: ‘Only children are still stereotyped as selfish and spoilt’

LEGGI ANCHE: Sosia: uguali, ma non identici