Metti, una sera, un Misseri a casa…

Metti, una sera, un Misseri a casa…

Libero. Alla soglia dei 70 anni, lo zio di Sarah Scazzi uscirà dal carcere. Merito di una serie di sconti di pena. E quel che più fa impressione è che “tornerà a vivere nella villetta della famiglia, ad Avetrana“. Lo specifica il suo avvocato, dopo che l’uomo ha scontato una pena di otto anni per l’occultamento del cadavere della nipote, strangolata e gettata in un pozzo.

Sarah Scazzi è stata uccisa il 26 agosto 2010 e, per tale ragione, attualmente, condannate all’ergastolo in tre gradi di giudizio per omicidio volontario sono la moglie di Misseri, Cosima Serrano e la figlia Sabrina, rispettivamente zia e cugina della vittima. Le due donne, lo ricordiamo, si sono sempre dichiarate innocenti. Condividono, insomma, la stessa cella e la medesima sorte, in un giallo iniziato nel primo pomeriggio di un assolato pomeriggio estivo. Un giorno qualunque, in cui la 15enne esce di casa – sono le 14.30 – per recarsi – lo testimonia la mamma, Concetta Serrano Spagnolo – dalla cugina. Da allora, se ne perdono le tracce e si dà il là ad una ridda di ipotesi: il rapimento da parte di un maniaco, un sequestro… i Social vengono passati al setaccio, si indaga… finché, in data 29 settembre, proprio zio Michele rinviene il telefono di Sarah, semicarbonizzato, in un campo vicino casa.

L’uomo si manifesta enormemente preoccupato riguardo all’incolumità di colei che considera, alla stregua di una terza figlia. “L’abbiamo cresciuta noi“, sostiene. 9 ore d’interrogatorio e arriva la confessione. E’ lui l’omicida. E’ sempre lui ad aver occultato il cadavere della giovane. Delitto maturato, a sua detta, per via di un tentativo di stupro. Nel momento in cui, però, i carabinieri, su indicazione del fermato, trovano il corpo della ragazzina in un pozzo sito in Contrada Mosca, arriva la ritrattazione. La nuova versione attesta che Sarah sia stata uccisa dopo un litigio con Sabrina, per motivi di gelosia. L’inizio, questo, di una serie di non detti, di menzogne, di ulteriori ritrattazioni, in un caso che ancora, per certi versi, rimane oscuro.

Ha scritto alla moglie e alla figlia, ma non ha mai ricevuto risposta“, sottolinea il suo penalista.

Ora, il ritorno su quello che, a tutti gli effetti, può considerarsi il luogo del delitto. E chissà se, ancora, il futuro riserverà nuovi capitoli o sorprese, in un giallo fitto di misteri, di incongruenze, di troppi e inaccettabili silenzi.

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