La rivoluzione dell’estetica Coquette
Civettuola come… una Coquette, a rievocare l’immagine di una donna giovane e un po’ frivola. Ad oggi, tuttavia, l’universo visivo si spinge ben oltre, influenzato dalla musica e dall’estetica proposta da alcune Star e promuove una femminilità giocosa, raffinata, graziosa, che sfidi le convenzioni della moda.
E’ dunque il momento affinché pizzo, perle e fiocchi tornino ad invadere l’armadio delle adolescenti. Se le scarpe sono le Mary Jane (e non è un suggerimento), gli abiti si tingono dei toni pastello; mentre fanno la loro ricomparsa anche corsetti, maniche a sbuffo e gioielli dorati (fino a poco tempo fa, non c’era posto che per l’argento).
Insomma, gli stili, magicamente, si mescolano, per dare risalto a qualcosa di inedito, che tutti li comprenda: Lolita, Cottagecore, Balletcore, Baby Girl, Rococò, fusione unica di elementi storici e modernità. Un gioco, che si bagna – pure – di sensualità, sfidando i limiti dell’innocenza infantile.
Tradotto: un’estetica poco mainstream e decisamente più volta al passato, colma di variazioni su tempo, che nulla o poco hanno a che vedere con il presente.
Tema: svolgimento… Essere Coquette
Così, se per quel che concerne il make-up si punta al Korean style, dove il blush inonda di rosa antico le guance e i colori preferiti, in generale, sono caldi e chiari; gli ombretti pastello e matte, le labbra assolutamente senza overlips, con lucidalabbra dalle nuance pesca… Dicevamo, se il trucco vuole tanto, per quel che riguarda i capelli, si va dalle cotonature anni ’60 al ritorno convinto delle trecce, delle code e delle chiome raccolte in fiocchi graziosi.
Lolite di ultima generazione, convogliate nell’estetica di un mondo intriso di elementi infantili e una femminilità iperbolica. E, dal capolavoro letterario alla realtà di tutti i giorni il passo è breve, terreno fertile per ispirare un mondo saturo di variazioni su tema.
Un mondo targato al femminile
Lolita (ロリィタ): potremmo identificarlo come il trend giapponese, nato sulle mosse del Rococò, che identifica la voglia delle donne di vestirsi per se stesse, al di là delle opinioni maschili. La silhouette si distingue, dunque, per le sottogonne, i pizzi, le balze, componenti obbligatorie di un modo di proporsi che recita di antico ma, al contrario, si lascia intendere come estremamente innovativo. E si adopera di tutta una serie di sottostili.
Una tendenza, che esplicitamente fa mostra di sé presso Shibuya, quartiere di Tokyo, epicentro per una filosofia del look, alternativa e ribelle. Del resto, brand emergenti come Milk, Angelic Pretty, e Otome Key hanno giocato un ruolo cruciale nella ridefinizione di cui sopra, coadiuvati, a loro volta, da riviste come Fruits, che hanno contribuito nella diffusione del fenomeno, regalando al movimento notorietà internazionale.
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