Max Mara, Fendi… e quel riprendere il passato con uno spirito tutto proteso al futuro
Bustier, in maglia, come quelli che sfilano sulla passerella di Max Mara 2024/25. Cingi vita, a supporto di maglioni in sottilissimo cashmere e polo, con collo Camp. All black – sia chiaro – perché l’attenzione rimanga tutta lì, con l’occhio concentrato a verificarne fatture, proporzioni, dettagli, pinces ben tirate. Le meditate ampiezze dei reverse, la precisione artigianale che non lascia nulla al caso… non c’è dettaglio che non esplichi una sensazione di garbo. Qui si intravede, non si vede. Si immagina, fin tanto che lo si vuole e quel che rimane, lo si conosce e ad esso ci si affida.
Non c’è staticità, ma si intuisce – piuttosto – la coerenza di un discorso con il proprio pubblico, mai interrotto. Quiet luxury, che suona come tratto distintivo; che si volta appena a guardare quel che c’è attorno, per decidere, consapevolmente, quale direzione prendere.
Bustier – dicevamo – sintesi di un’estetica rassicurante, intramontabile. Severa trasfigurazione di qualcosa d’altro, che qui, per l’occasione, assume un tratto persino confortevole. Nessuna stecca rigida a cui dover adattare il corpo, nessuna restrizione. L’alternativa si propone, nella fattispecie, a mo’ di fasce in morbido filato, da cui lasciarsi avvolgere e attraverso le quali ritrovare la voglia di esporre il punto vita, rifinito da una sottile cintura. Un correttore di postura? L’esplicazione del baricentro, targato nuovo millennio. Ispirazione, per chi vuole e per gli altri, spettacolo per gli occhi.
Body, e potremmo finirla qui, perché da qui tutto inizia e tutto termina. Circolare verità, che li intende, ovvio, forniti di bottoncini automatici, come è giusto che sia. Tuttavia, la consuetudine lascia il posto alla sorpresa, nel momento in cui le maglie vengono dimenticate slacciate e le patte fatte pendere lateralmente, oltre l’orlo di pantaloni dritti e gonne longuette, punto d’intesa con stivali (ultra) cuissardes.
E’ così che si presenta Fendi, auspicando una collezione Autunno Inverno 2024/25, intesa come un ripetersi di palcoscenici teatrali. Sfilano anch’essi, in passerella, uno via l’altro. E ospitano, in scena, completi dalla sartorialità austera, tripudio di dettagli che intendono farsi notare: total look in pelle e capi stampati, al fianco dei quali, però, compaiono abiti velati, mono guanti touch of color e, appunto, body che sembrano percorrere una riscritta traccia di libertà. Asimmetria, che si traduce in vezzo, dimentica di quanto, prima, costituiva necessità. Non serve strafare, d’altronde; basta rivalutare ciò che si ha.
Squisitamente ribelli, distonici, al limite del fuori posto, si vanno ad aggiungere agli innumerevoli dettagli, accessori e capi d’abbigliamento, figli delle più recenti tendenze moda, agli arbori della Milano Fashion Week.
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