Filippo: vuoti e pieni di una mente fragile e terrificante

Filippo: vuoti e pieni di una mente fragile e terrificante

75 coltellate. Se ci pensate bene, settantacinque stilettate addosso sono davvero tante. Alla sesta o alla settima, in genere, per quanto presi dalla rabbia, ci si rende conto di quel che si sta facendo. E ci si ferma.

A meno che la volontà di uccidere, di eliminare l’altro/a non sia risoluta e, in tal caso, vie di uscita non ne esistono. Ecco, deve essere andata, almeno stando agli esami, di cui oramai conosciamo i risultati, più o meno così, per Filippo Turetta, convinto della sua opera. Ancor più determinato, nel portare a termine il proprio piano.

Beh, sarcasticamente, oggi, potremmo commentare: “Complimenti! Obiettivo conseguito a pieni voti!

Dicevamo, 75 coltellate sono tante. Se, poi, si aggiunge il fatto che diverse, tra queste, siano state inferte sul volto, mentre Lei, la vittima, tentava disperatamente – e invano, aggiungiamo – di difendersi, la faccenda di rende ancora più atroce.

Eppure, si può scendere ancora più giù. L’animo umano, talvolta, è così tenebroso che sondarlo fino in fondo è pressoché impossibile… Dunque, la storia’ – chiamiamola così – era nata già quattro giorni prima – questo fanno sapere gli inquirenti. Nel momento in cui, cioè, Filippo aveva iniziato a cercare su internet. Un segugio, alle prese con nastro isolante, manette, cordame. Aveva, poi, predisposto la fuga e tutto il necessario ad essa allegato: soldi contanti, abiti puliti, provviste.

Intanto, alla stregua di un fiera con la sua preda, aveva messo Giulia sotto controllo. Aveva installato, per meglio spiarla, una app sul cellulare dell’ex fidanzata, affinché gli fosse possibile monitorare ogni sua mossa. Dal 7 a quel maledetto 11 novembre era successo tutto questo, senza che nessuno se ne accorgesse. Senza che ci si rendesse conto di quanto la mente criminale di un ragazzo – che in fondo di questo si tratta, niente più che un ragazzo – andava macchinando.

Facile – ce lo testimoniano i fatti – passare dall’uomo alla bestia. Facile confondersi… Logico, allora, come conseguenza diretta di quanto sopra, che una studentessa in Ingegneria biomedica, venga barbaramente uccisa, trucidata, per poi venire abbandonata nei boschi, nascosta tra le foglie.

Ecco, la Procura di Venezia ha chiuso di recente le indagini e ha evidenziato, nella cronaca del racconto, la premeditazione e la crudeltà. Pianificare un crimine non è roba da tutti e finché ce lo si immagina va bene, ma passare all’esecuzione materiale, quella è un’altra faccenda.

Ciò nonostante, Filippo ha deciso di andare fino in fondo. Di percorrerlo per intero, il suo tunnel nero e di raggiungerne l’estremità. Coraggioso? Imprevidente? Pazzo? Dissennatezza, forse, è pensare di cavarsela. O forse no. Neppure questo.

Le prove raccolte sono schiaccianti. Raccontano di un file, sul computer dell’assassino, in cui venivano descritti nel dettaglio i passaggi per legare, imbavagliare, bloccare – insomma – una potenziale vittima. Un documento scritto e cancellato, recuperato, in seguito, dagli esperti informatici.

Di quelle 75 coltellate. 75, ripetiamo, 20 – lo riferivamo in precedenza – sono state direzionate al volto di Lei che, disperata, tentava di difendersi. Dunque, non solo di omicidio si tratta. Si aggiungono, al reato, nell’ordine, il sequestro di persona, il porto d’armi, l’occultamento di cadavere, le intimidazioni e lo stalking. Turetta aveva persino selezionato la location in cui, una volta chiuso il capitolo, potersi liberare del cadavere. Aveva studiato, con dovizia, le cartine stradali, onde evitare l’uso di strumenti elettronici in fase di fuga.

Non si era distratto. Non allora, almeno. Non nel mentre dei suoi pensieri torbidi, malati e che lo avrebbero segnato, irrimediabilmente e senza via di recupero.

Da questo punto in poi, la vicenda giudiziaria e quel che, ad essa, più direttamente compete. Ora gli incartamenti passano nelle mani del Giudice per le Indagini preliminari.

Il giovane potrebbe chiedere una perizia psichiatrica. Del resto, se non è follia questa… Ma se esistesse un mondo giusto, se il silenzio della vittima avesse voce per gridare, forse… ripetiamo, solo forse…. a Filippo si aprirebbero le porte dell’ergastolo.

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