Benvenuti in Val di Noto
Val di Noto, vale a dire l’area che si estende lungo il tratto sud-orientale della Sicilia, agghindata del respiro tardo Barocco, al punto tale da venire inserita tra i siti Unesco. Una zona ricca, vieppiù, di templi e teatri, riconducibili alla Magna Grecia; proficua persino di necropoli e insediamenti risalenti all’età preistorica.
Otto città, in tutto: Caltagirone, Militello, Catania, Palazzolo e poi Ragusa, Modica, Noto e Scicli, rase al suolo dal tremendo terremoto del 1693 e ricostruite, in seguito, nel rispetto della cifra stilistica che le ha rese uniche al mondo. Brillano, pertanto, per le testimonianze storiche, la ricchezza monumentale, le spiagge meravigliose e un paesaggio di grande e rara bellezza.
Tuttavia, l’inestimabile patrimonio è composto anche del cibo, caratteristico di questi luoghi.
Dai piatti rustici, come la Scaccia, del tutto simile ad una focaccia ma ricca di diverse farciture: ricotta e salsiccia, pomodoro e cipolla, pomodoro e melanzane al Cioccolato, vanto di Modica, specialità di origine protetta.
Le teste di Turco di Scicli sono legate, dal canto loro, alla leggenda. Si narra che, nel marzo del 1091, mentre imperversava la guerra tra Normanni e Saraceni a Donnalucata, i Cristiani fossero in grave difficoltà. In loro soccorso intervenne, dunque, la Madonna che, sormontato un candido destriero e armata di spada, mozzò la testa ai numerosi nemici. Il dolce, che ricorda appunto la battaglia, rivendica la particolare forma che assomiglia ad un turbante. Un grosso bignè, stracolmo di crema e ricotta vaccina e farcito con scaglie di cioccolato fondente e granella di mandorle e pistacchi.
La Cubbaita presenta, invece, la forma di rombo o rettangolo ed è preparata con miele, zucchero, mandorle intere e sesamo.
Facciamo, però, un piccolo passo a ritroso…
Se desiderate un primo ‘come di deve’, assaggiate i Ravioli di ricotta e maggiorana. Conditi con un godurioso sugo di maiale rappresentano – forse – il marchio di Ragusa. La pasta all’uovo è farcita, al suo interno, con ricotta, uova e maggiorana e, pensate, anche in questo caso ne esiste una versione dolce, con lo zucchero. In genere, però, il condimento è a base di maiale, di cui vengono usati insieme spezzatino e salsicce. La carne viene stufata leggermente con olio d’oliva, cipolla, carota e sedano e sfumata con il vino. Si aggiunge, quindi, la salsa di pomodoro e si lascia cuocere, per circa 30 minuti. Un’ulteriore variante della ricetta prevede l’uso, insieme ai ravioli, dei cavatelli, altra pasta fresca tipica della zona.
La Norma – sappiate ancora – ha origine a Catania ed eredita il nome della celebre opera lirica. Appellativo, che fu donato alla pasta da un famoso commediografo il quale, dopo solo un assaggio, la volle paragonare, per bontà e gusto, all’affermato lavoro teatrale. Punto di forza, oltre ai cavatelli fatti in casa, la melanzana, che viene tagliata a pezzetti e fritta e poi unita al pomodoro. Una grattugiata, al fine, di ricotta salata ed è tempo di correre in tavola.
Avete mai provato Salsiccia e Sinapu? Occorrono, per la preparazione, che va servita caldissima, prodotti d’eccellenza: salsiccia con semi di finocchio, da cuocere in padella e da servire su una base abbondante di Sinapu, senape selvatica. Trattasi, per chi non la conoscesse, di un’erba spontanea invernale dal sapore amarognolo, che viene bollita in acqua e poi condita con olio d’oliva, aglio e peperoncino.
Sempre in vena di secondi, non poteva mancare il pesce. La tunnina cca cipudda atturrata pretende tonno femmina, il più prelibato, fritto in olio. Nel mentre, la cipolla viene cotta in padella e condita con aceto e zucchero, per ottenere un sapore agrodolce. Il tonno fritto viene, in ultimo, ricoperto di cipolla abbondante. Il consiglio, da chi se ne intende, è di lasciar riposare per un po’ e servire, appena tiepido.
Chiudiamo il brevissimo excursus con gli Arancini: enormi polpette di riso, tradizionalmente condite con il ragù, oppure con il prosciutto. Fritti, rigorosamente, rappresentano un vanto di queste parti.
Certo, ci sarebbe parecchio altro da raccontare e non solo in fatto di prelibatezze, ma preferiamo rimaniate così , con il fiato un po’ sospeso e un bagaglio di curiosità, addosso, che vi motivi e fare al più presto a fare le valigie e partire, in direzione di queste terre, il cui valore, per mille e mille ragioni, rimane inestimabile…
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