Sanremo: kermesse ‘senza brividi’ e con tanto sfarzo
‘Perché Sanremo è Sanremo!“. Così, con la formula che, per antonomasia, siamo stati abituati a conoscere, ci ritroviamo qui, fianco a fianco con l’Accademia della Crusca, ad analizzare i testi delle brani presenti nel prossimo Festival. Dunque, andando a leggere i commenti, veniamo a sapere che Gabbani è, stando agli esperti di settore, “banale“. Fedez? C’è chi si limita ad asserire, laconico: “Mi cadono le braccia“. Analisi impietosa e poco edificante, per canzoni – evidentemente – scritte, per aderire ad un linguaggio moderno, informale e davvero poco attinente alla tradizione. Quel che è peggio, sempre stando a chi se ne intende, “piatti”.
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D’altronde, sono solo 11 gli autori, per una gara che, di partecipanti, ne prevede assai di più. Il che genera, nell’ascolto, una certa uniformità, anche tra quelli che, nella normalità, si manifestano decisamente più irriverenti.
Insomma, i rapper si ritrovano a raccontare di Amore e famiglia; di Rock nemmeno l’ombra e, in quanto al cantautorato, proprio non se ne parla, o poco ci manca: Brunori Sas e Lucio Corsi… persino Tony Effe abdica ai toni aggressivi, per ‘stornellare’ sul palco più ambito d’Italia. Tendenza al mainstream, che non ha mai fatto male a nessuno – per carita! – ma che non porta niente di nuovo, non regala nessun valore aggiunto ad un’Edizione, firmata da Carlo Conti che, invece, poteva essere l’occasione per una revisione sostanziale ed un ulteriore momento di crescita. Ci si adegua, invece, punto e basta. Ai tempi, all’orecchio e alle abitudini di chi ascolta e ‘dei pochi che comprano’. Lontani i giorni in cui la Tv serviva – anche – ad educare.
Certo, se ne parla su carta, non avendo ancora ascoltato la musica. Tuttavia, vero è che la Manifestazione, oggi come oggi, è condizionata dalle piattaforme, dalle Radio… Non si butta giù un testo per vincere; bensì, per durare e che siano, ci si augura, ‘almeno sei mesi’.
Accennavamo, in precedenza, alle poche eccezioni. Brunori Sas si rivela “letterario, con immagini sofisticate, figure retoriche di livello. Interessante, intimo, autobiografico, nel parlare della gioia e della responsabilità di mettere al mondo una figlia“. Lucio Corsi, a sua volta, si fa portavoce del “testo più fresco di tutta la rassegna: 9 anche a lui. Usa immagini inattese, giovanilismi e gergo, in modo intelligenti“; mentre Shablo, ironico e originale, “esce dai binari“.
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Diverso è il discorso per chi aveva dato modo di crearsi aspettative. Vd, ad esempio, i Modà, ai quali si attribuiscono “versi pesantissimi, lunghissimi. Più che una canzone, sembra la predica di un prete. Siamo al limite dell’incomprensibile“. Bocciata, anche Elodie: “testo pessimo, come se parlasse a telefono. Prosa di una banalità sconcertante: nelle parole non c’è ritmo, magari ci sarà nella musica“. Massimo Ranieri e Giorgia debbono la loro salvezza, nel caso, esclusivamente alle capacità canore. Fedez, addirittura, ricorrendo persino all’usilio di Mary Poppins, si guadagna lo stigma di “deprimente“.
Fin qui, le parole che ci accompagneranno nei prossimi mesi a venire, ma poi, rimanendo sul frivolo, ci sono anche gli abiti. Le mise, che caratterizzeranno lo stile di chi è in procinto di esibirsi.
Stylist e Maison, a tal proposito, sono attualmente impegnati nella messa a punto dei look. Dior, per Giorgia, secondo le abitudini più recenti della cantante. Antonio Marras vestirà, invece, Simone Cristicchi, scelto – lo stilista – anche dalla co-conduttrice Geppi Cucciari. Nessuna certezza sul fronte Achille Lauro che però, a onor di cronaca, era in prima fila allo show di Dolce&Gabbana e ha presentato la sua avventura sanremese al bar-cafè milanese degli stilisti.
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Stefano Ricci si occuperà di Carlo Conti; mentre è tuttora avvolta nel mistero la scelta di Bianca Balti (amica da sempre di Dolce&Gabbana) e assidua promotrice dei marchi nostrani. Miriam Leone, vista più volte da Fendi e ambassador per Bulgari sembra seguire lo stesso iter patriottico e idem dicasi per Katia Follesa. Elettra Lamborghini – dal canto suo – ha fotografato l’ingresso della boutique parigina di Zuhair Murad. Il post è commentato: “fittings“. Staremo a vedere.
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