Celebri pellicole ed indimenticabili inciampi

Celebri pellicole ed indimenticabili inciampi

Esistono, ce lo siamo ripetuti più volte, film memorabili, capaci di ‘segnare’ la storia del cinema. Pellicole tramandate, alcune, di generazione in generazione. Girati che, tuttavia, al loro interno, nascondono uno o più errori, rimasti altrettanto indelebili nella mente degli spettatori.

Nel gergo tecnico si parla di bloopers. Tradotto, sono le dimenticanze notate, magari, dal pubblico o dalla critica quando, però, era oramai troppo tardi per riparare. Errori – più o meno grossolani – che, a tutti gli effetti, hanno finito per rappresentare parte integrante della visione. Un sine qua non irrinunciabile, insomma.

Siete curiosi di recuperare qualche titolo e andare a verificare in prima persona? Sentite un po’, allora…

Partiamo da Pulp Fiction. Ebbene, in una tra le scene più celebri del cult firmato da Quentin Tarantino Julies – vale a dire il personaggio interpretato da Samuel L. Jackson e Vincent – alias John Travolta – sopravvivono, quasi per miracolo, a una sparatoria. Un momento dal pathos intenso. Tuttavia, facendo appena attenzione, è possibile notare i buchi dei proiettili nel muro, prima ancora che inizi la sparatoria. Un altro frame che di certo non lascia indifferenti è il momento in cui Vincent prova a rianimare Mia Wallace – Uma Thurman – da una overdose che sembra non lasciarle scampo. Il gangster, prima di infilare la siringa di adrenalina, indica con un segno rosso lo sterno della donna, per essere preciso, poi, nell’operare l’iniezione. Quando, però, si trova a procedere, del marchio non c’è traccia.

Altro blockbuster dai numeri eccezionali, Braveheart, protagonista Mel Gibson che ‘scivola’ proprio in una tra le scene più sanguinose. Nel pieno della battaglia di Stirling Bridge, sullo sfondo, a sinistra, si nota, anche se per un secondo, un van di colore bianco. Nella medesima pellicola, sempre in lontananza, viene ripreso, per errore, un componente dello staff, che indossa un berretto da baseball sulla testa. E’ di profilo, ignaro di annoverarsi nel numero delle comparse involontarie del celebre girato.

Memorabili, poi, ne Il Gladiatore, capolavoro di Ridley Scott, i fotogrammi in cui un componente della troupe viene involontariamente inquadrato. Indossa, nel bel mezzo di un’ambientazione tutta votata alla Roma classica, disinvoltamente i suoi jeans mentre appare, in piedi, alle spalle del protagonista e di un cavallo. Non manca neanche, tra le riprese accidentali, la presenza di una bombola a gas, agganciata ad una biga in movimento.

Situazione simile ne I Predatori dell’Arca Perduta, per la regia di Steven Spielberg. Nella pellicola, ambientata al Cairo, ad un certo punto si può distinguere un uomo in jeans e t-shirt. Del tutto fuori contesto, dal momento che il film è ambientato in Egitto, negli anni Trenta.

Chi non ricorda Ritorno al futuro, che vede Michael J Fox nei panni di Marty McFly? Anche in questo caso, l’imprecisione è evidente, almeno per gli intenditori di musica. Il ragazzo, infatti, in una famosa scena sale sul palco suonando una Gibson ES-345, datata 1958. Peccato che, in corso di girato, la sua DeLorean venga catapultata nel 1955, circa tre anni prima.

Anni dopo, Robert Zemeckis ci ritenta, in questa occasione con Forrest Gump. Nonostante i numerosi Oscar, qualcosa non torna, anche qui. Nel film, il protagonista decide di investire nella Apple, nel 1975. Opportunità inverosimile, giacché l’Azienda verrà quotata in borsa solo cinque anni dopo, nel 1980. Idem dicasi per il logo arcobaleno, ideato – evidentemente – più in là.

Dobbiamo ammetterlo, persino il maestro del brivido, Alfred Hitchcock, ha commesso qualche svista o, se non altro, ne è stato, suo malgrado, vittima. In Intrigo internazionale, Eva – Eva Marie Saint – minaccia Roger – Cary Grant – con una pistola. Prima che parta il colpo, però, si intravede il bambino seduto al tavolo già intento a coprirsi le orecchie, segno delle numerose prove che devono aver preceduto la resa finale.

Vogliamo parlare di un super classico? In Pretty woman, una conturbante Julia Roberts che, per la circostanza, indossa i panni di Vivian Ward sta masticando un delizioso croissant. Peccato che nell’inquadratura successiva la fragrante colazione si trasformi in un pancake.

Non si discosta di molto il caso di Ocean’s Eleven. Brad Pitt, alle prese con un cocktail di gamberi si trova, in uno schiocco di dita e del tutto misteriosamente, a fare i conti con piatto di gamberetti.

In quanto a Titanic, chi non ne conosce le vicende e i personaggi? Ciò nonostante, Jack Dawson – Leonardo di Caprio – narra, in un discorso, di Lake Wissota. Notazione impossibile. Il film è – difatti -ambientato nel 1912; mentre il lago verrà completato solamente nel 1915, a ben tre anni di distanza.

Denota ingenuità anche la scena del musical Grease, in cui una cameriera tenta di spegnere le luci con il gomito. Peccato che sbagli mira e non sfiori neppure l’interruttore. Sorpresa, le luci si spengono ugualmente.

Tra le trasposizioni cinematografiche più riuscite e apprezzate dai lettori di Stephen King c’è di sicuro Shining. L’errore, qui, risulta abbastanza grossolano. Vengono inquadrati gli esterni dell’inquietante Overlook Hotel ma non c’è traccia del labirinto di siepi situato nel cortile dell’albergo che, in qualche modo, rappresenta l’essenza del film.

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