Fiat: storia di un’Azienda dallo spirito green…
All’insegna della sostenibilità? E allora sia…
E non è sufficiente il lavoro svolto riguardo al comparto auto. Non bastano le attività di riqualifica della sede ‘storica‘ per eccellenza. Nell’istanza del fare meglio, fare di più, si punta l’occhio all’ex circuito di collaudo di Casa Mirafiori. Un’area vastissima, circa 1,5 milioni di metri quadri, un tempo sito di prova per i nuovi prototipi del Lingotto, non ancora in commercio.
L’area, completamente bonificata, si prefigura, nelle intenzioni, come luogo ideale in cui avviare un percorso di tutela nei confronti delle biodiversità. Un avamposto, insomma, per la cultura green. Uno spazio, per dirla tutta, che il Gruppo automobilistico aveva cercato di cedere alla Regione, già nel 2006. Manovra caduta nel dimenticatoio, poiché ancora inesistente un vero piano di riqualificazione, da parte del Comune.
Oggi Fiat mette le carte in tavola e le sfodera, tramite un progetto atto a promozione e tutela della comunità Torinese. Il pensiero è rivolto a strutture e zone totalmente sostenibili, ad impatto zero e dall’inevitabile un’utilità sociale. Un registro di lavori dal tono ‘roboante’ – del resto, con la Casa Automobilistica nel ruolo di Supervisor, non potrebbe essere altrimenti – che prenderà a breve il via e che, in programma, si protrarrà per circa un anno e mezzo.
Dire che ‘La Mandria‘ – con indosso il medesimo nome del parco che la osptitava era, da addetti ai lavori e non, considerata ‘la pista segreta del Gruppo torinese’. A soli 30 Km di distanza dalla realtà cittadina, edificata intorno alla metà del secolo scorso, tra gli anni ’60 e lo scoccare del nuovo millennio rappresentò, come si accennava, un perno per la Ditta, che qui portava i suoi muletti in fase di sviluppo, affinché venissero testati, prima della commercializzazione dei modelli. Qui passarono la Panda e la Stratos.
Del resto, il luogo si prestava in tutto e le accortezze per amplificarne le potenzialità vennero applicate, senza esitare. Vasche in cemento per simulare i guadi; illuminazione completa, per svolgere i test anche di notte; fondi speciali, per simulare dossi, pavé, sterrato, ghiaia, fondo viscido e aree allagabili, per simulare le condizioni da bagnato. Senza dimenticare i rettilinei da 1000 a 2000 metri. Insomma, era equipaggiata davvero per ogni esigenza, con i sui 37 km di tracciati, per una percorrenza media annua di circa 2 milioni e mezzo di km.
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