Climate friendly: la dieta che fa bene alla linea, fa bene al Pianeta
Gisele Bündchen, Lenny Kravitz, Lizzo, Billie Eilish, Leonardo DiCaprio… si è ormai perso il conto delle Celebrities che, sul flusso della notorietà mediatica, hanno optato per l’elargizione di un personale contributo alla causa che riguarda l’ambiente. Un impegno che li ha visti – uomini e donne – impegnati su più fronti – di contro anche alle teorie negazioniste e ai detrattori, di altrettanto livello (uno su tutti, Trump) e che ha abbracciato vari campi. C’è chi si è fatto promoter di una moda sostenibile, chi ha rivendicato la propria autenticità sul frangente della guida su strada, chi, ancora e quasi tutti a prescindere, ha voluto rivedere l’approccio al cibo.
E’ tempo – a quanto pare, per tutti – di adottare la dieta climate friendly. Un regime alimentare non solo dallo spirito green ma, altresì, amico della nostra salute. Un modo per mantenere o ritrovare la forma, avendo a cuore le sorti del pianeta.
Nella Giornata mondiale dell’alimentazione, ecco la dieta che salverà il Pianeta
Un programma – in sintesi – tanto semplice, quanto genuino. Si tratta, per dirla in breve, di ripristinare le abitudini di chi ci ha preceduto: “Occorre effettuare, in primis, un cambio di mindset, arrivando a vedere lo stile di vita sostenibile non più come un costo, ma come un investimento, che darà ottimi frutti“, spiegano gli esperti. D’altronde, secondo un report del Towards Data Science, “l’agricoltura è di gran lunga la principale fonte di emissioni di ammoniaca. Oltre il 90% delle emissioni di NH3, in Europa, proviene dagli allevamenti di animali e dall’agricoltura intensiva, dove si fa massiccio uso di fertilizzanti sintetici“.
L’arma per contravvenire ad una situazione del genere si condensa – continua chi ne sa – in una sola azione, netta. Vale a dire, nel sostegno ai piccoli agricoltori e ai metodi di allevamento bio e/o biodinamici, su scala minima. Prodotti, i cui prezzi, al momento, possono ancora considerarsi élitari, dunque scarsamente fruibili. Eppure è dimostrato che sostenere le enormi società è una scelta suicida: “frutta, verdura e prodotti animali non biologici inquinano l’ambiente, è un dato di fatto“.
Rivedendo abitudini consumistiche come, ad esempio, avventurarsi in acquisti provenienti dall’altra parte del mondo, oppure consumare carne e uova da allevamenti intensivi, potremmo aspettarci notevoli indici di miglioramento.
Mangiare climate friendly
E se c’è chi, negli ultimi anni, ha già sposato l’indirizzo verso una dieta vegetariana, se non addirittura vegana, come la campionessa di tennis Serena Williams o l’attrice Natalie Portman, per chi non se la sentisse di eliminare del tutto i prodotti di origine animale, ecco una sorta di VADEMECUM per comportarsi, tra spesa e cucina:
- operate una prima selezione all’ingresso, consumando frutta e verdura rigorosamente di stagione e biologica; evitando, invece, quella proveniente da oltre confine e coltivata in serra
- consumate carne proveniente da allevamenti bio, sostenendo i piccoli produttori della vostra zona, con una spesa, se non a chilometro zero, quantomeno local
- evitate di acquistare cibi confezionati e processati, spesso anche colpevoli di avere un packaging non riciclabile fatto di plastiche che, come noto, finiscono nelle acque di fiumi, laghi e mari
- allo stesso scopo, scegliete brand con confezioni riciclabili e, laddove possibile, comprate prodotti sfusi (frutta secca, ortaggi, cereali, etc)
- riducete il consumo di carne e aumentate le quantità di ortaggi, meglio se in versione raw oppure cotti a bassa temperatura
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