A, B, C del sopravvivere in casa al tempo della quarantena. Dal web, il decalogo della mamma
Sentimenti, riflessioni, perplessità, dubbi… gli italiani dell’era global riversano sul web se stessi e l’universo che li circonda, in questi giorni, in cui il ricovero è coatto. Ma i social si compongono non solo di numeri apocalittici e notizie raccapriccianti. Come una sorta di coperta gentile, le conversazioni di velano di ironia, di buoni propositi… e, tra un flash mob ed una raccolta fondi, emerge la parte più bella e, forse, più nascosta di noi, abitanti della Penisola.
Gioie e dolori della convivenza, si potrebbe dire. Quelle che, in queste ultime settimane gli italiani, piaccia o no, si trovano costretti a riscoprire. Allora, c’è chi si arma di spirito d’iniziativa e butta giù le regole per un quieto vivere tra coinquilini. Del resto, condividere spazi comuni non è sempre facile e per nulla scontato. Ecco, quindi, spuntare un decalogo che interessa tutta la famiglia, così da trarre il meglio anche in quest’occasione, di certo scomoda, niente affatto desiderata.
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Il web – inutile sottolinearlo – rimane la piattaforma più ‘abitata’. Video, post, parodie… si incastonano nell’universo internettiano come meteore che, per brevi ma intensi attimi, illuminano lo spirito di chi si trova nei panni, più o meno consapevoli, di spettatore. C’è perfino chi ha saputo fare del nostro presidente Conte un sex symbol, amatissimo dalle donne, idrolatrato, addirittura, dalle teenagers.
Esistono, tuttavia, numerose attività in cui cimentarsi insieme e, a porre la propria firma sui comportamenti ‘in’ è quello che, a tutti gli effetti, rappresenta l’elemento cardine dell’intero nucleo familiare: la mamma.
Il decalogo che i figli devono rispettare
Chissà se, realmente, è frutto dell’opera di una madre, finito in rete inconsapevolmente, o se si tratta, come spesso accade, di un tentativo per catturare like e condivisioni. Di fatto, da giorni, meme e video ironici accompagnano il decalogo, redatto in dieci punti, su foglio A4, che strappa qualche sorriso ed un pizzico tenerezza.
Le “difficoltà” delle famiglie con figli
Così, nel decalogo si passa dal ‘si continua a fare i compiti (nonostante la chiusura delle scuole)’, al ‘non si cammina scalzi‘. ‘Si sta seduti a tavola in maniera composta e ci si può alzare solo a fine pasto (di tutti)’, e ancora: ‘non si urla e non si risponde a mamma e papà (le loro decisioni sono insindacabili)’. Frasi, che raccontano di un’educazione che, spesso, per distrazione o per un eccesso di preoccupazioni ci sfugge, ma che, in fondo, costituiscono il pavimento sul quale le generazioni che ci hanno preceduto hanno voluto crescerci.
Ebbene, nel disagio di una restrizione forzata, del buono, a ben guardare c’è, e consiste nell’opportunità di ritornare a valorizzare stili di vita e comportamenti un po’ persi, per alcuni desueti, ma che forte ci insegnano il senso della dignità e del rispetto verso l’altro.
Lo spaccato delle difficoltà si registra evidente. Far sì che un bambino non si annoi è una sfida non indifferente e, in molti sono abituati a delegare il proprio ruolo, affidando questo tipo di incombeza a tate e babysitter. Ebbene, fermiamoci un attimo, ora che è possibile, ed interpretiamo la condizione del vivere quotidiano come una porta che si apre.
E’ vero che lo stress si fa sentire e che si arricchisce costantemente di quel che ci accade intorno ma, come si dice: “E’ quando il gioco si fa duro che i duri cominciano a giocare“.
Dunque, giocare o, per dirla alla francese, ‘jouer’, diventa la parola chiave. Trovare divertimento nelle piccole cose, riscoprire il significato di ciò che, di sovente, ci ha trovato distratti. Riassaporare i ritmi di un tempo che non ci vede costantemente accellerati… questo ed altro, potrebbe fare bene a grandi e piccini.
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