Abruzzo: la regione che voleva distinguersi dalle ‘tante’…
Così doveva essere e così è stato, almeno secondo le intenzioni del Presidente di Regione, Marco Marsilio. Tanto ha detto, tanto ha deciso, irremovibile, di fronte alle minacce di diffida, lanciate dai ministri Boccia e Speranza. “L’Abruzzo è in zona arancione“, ha certificato, finendo per correre incontro agli strali di chi, su base d’esperienza e stando alle regole, chiedeva di attendere, per quello che tanto ricorda un cambio d’abito, ancora qualche giorno.
La lettera di diffida era stata annunciata domenica sera, dal Governo. Di fatto, a partire da oggi, l’autoproclamazione a zona ‘non più rossa’: sorta di ricompensa, a seguito degli innumerevoli sacrifici dei cittadini d’Abruzzo; ristoro auto conseguito, in virtù delle Feste in arrivo. Sull’intero territorio – dunque – i negozi possono riaprire, mentre per il ritorno a scuola bisognerà aspettare il 9 dicembre, giorno in cui il Ministero della Salute avrebbe concesso, in ogni caso, il via libera.
Ciò che maggiormente spiazza è la presa di posizione, a fronte e nonostante il parere contrario di Conte e collaboratori, secondo cui si sarebbe dovuto attendere, per ufficializzare l’ordinanza, fino – appunto – a mercoledì.
La diatriba dei due giorni, potremmo ribattezzarla.
E se il Governatore – senza se e senza ma – conferma la personale decisione: “L’Abruzzo è in zona arancione e l’ordinanza è già vigente“; Boccia, dal canto suo, risponde con una lettera di diffida. La responsabilità di eventuali nuovi contagiati nei luoghi che, in teoria, sarebbero dovuti restare chiusi ricadrebbe, in tal modo, sotto la responsabilità della Regione.
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Cosa cambia, pertanto, da oggi? Il provvedimento firmato da Marsilio, il numero 106, impone l’applicazione “delle misure restrittive, di cui all’art. 2 del Dpcm 3 dicembre 2020, su tutto il territorio della Regione Abruzzo, con decorrenza immediata e sino a nuova Ordinanza del Ministro della Salute, derivante dalle valutazioni della Cabina di Regia Nazionale“.
Si “precisa che gli effetti… per la scuola secondaria di primo grado” saranno in decorrenza poco più in là. Per il resto, spiega lo stesso, si è voluto “riaprire il commercio prima dell’Immacolata“, al fine di incentivare le attività tanto vessate in questo lungo periodo di restrizioni.
C’è da chiedersi: peregrina ma astuta mossa di una sofisticata partita a scacchi oppure imprudente spinta, dall’effetto Domino?
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