Stile scozzese: largo al Tartan e ai suoi fratelli
Chiudete per un attimo gli occhi e concentratevi sul concetto di benessere. Colori dai toni caldi e un’esuberanza di elementi d’arredo. E’ così che si compone, via via, di fronte al vostro sguardo, la pragmatica di un abitare rimasto intonso nel tempo, dalla tradizione simbolica e dalla riconoscibilità indiscussa.
Solidità architettonica, buon gusto e quella tipica stoffa Tartan a scacchi recitano, nel nostro pensiero, il ruolo di protagonisti, quando si parla di stile Scozzese.
Partiamo dalle tinte. Le più utilizzate, in questa circostanza, riproducono l’incisività del cuoio, del legno e della pelle. Mentre i mobili preservano quell’opulenza, rara nel lessico moderno. Eccolo, dunque, eternamente riconoscibile: dire Tartan significa descrivere un intrecciarsi di cromie, interpretata secondo diverse declinazioni. Il riferimento per antonomasia del celebre gonnellino Kilt si ripropone, ambiente dopo ambiente, sulle fodere dei cuscini o del divano. Si fa motivo ricorrente, da rintracciare in veste di dettaglio.
Il gioco, allora, è fondere, miscelare, seguendo uno schema mentale scevro da ordini precostituiti. La coerenza, paradossalmente, si conserva intatta, persino se accostato, il tutto, al classico pattern scozzese, in gradazioni ancora differenti anche per le pareti, grazie ad una -ormai tornata in auge – carta da parati.
Altra icona? Il cane Terrier. Assunto al rango di Stemma, lo si può rinvenire nei dipinti, oppure in vece di motivo ricorrente, nelle decorazioni delle porte, delle finestre… financo nella forma di statuetta o ninnolo.
E che dire del plaid? Più che un’intuizione, rappresenta un accessorio indispensabile. Dalla funzione meramente estetica, va ad impreziosire mobili e sedute, comodamente adagiato sull’appoggio in questione. E perché non sfruttarne le peculiarità utilizzandolo a guisa di arazzo per rivestire le pareti? Rimuoverlo, in caso di stanca, sarà semplicissimo. L’impatto visivo, nel totale, caratterizzante e d’effetto.
Traducendoci agli elementi decorativi, ispirato sottolinearne la funzione, traendo spunto da passioni ed hobbies che caratterizzano le attività locali: dalla caccia all’equitazione, alla vita campestre, in generale. Dunque, largo ai cimeli da collezione: dai più noti strumenti musicali fino ai non meno blasonati, medaglie e trofei.
E se l’ingombro lo si desidera unicamente ‘a parete’, è d’uopo optare per una serie di tele, accostate l’una all’altra, a dar luogo ad una composizione ricca e variegata. Importante è che il leitmotiv ritorni, costante, a raccontare di uno spazio retrò, per certi versi, ma consono all’universo che si vuole rappresentare e al modo di essere di chi lo vive. Legge banale, volendo, ma indiscutibilmente valida. Sempre.
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