Sanremo… The new saga
Ma non era terminato? E, invece, ci risiamo. Gli studi Rai di Saxa Rubra e di viale Mazzini, a Roma, si ritrovano incorniciati da manifesti di dissenso. Contro chi? Ce n’è per tutti, da Amadeus all’A.D., Fabrizio Salini. Nel ruolo di carnefice – per così dire – l’Associazione Pro Vita e Famiglia onlus. Motivo del contendere, ancora una volta, Sanremo. Oh no, la querelle non riguarda i contenuti di una eventuale futura edizione bensì, stupite stupite, quelli presenti nel Festival appena conclusosi. Alcune esibizioni – a quanto pare – si sono rivelate, stando ai nostri, inopportune per il pubblico televisivo.
“Ma l’Ad Fabrizio Salini è ancora al suo posto? E Amadeus continua a condurre programmi tv, normalmente? È ora di dire basta! Chi sbaglia paghi. Il Festival di Sanremo 2021 ha offeso e mortificato la sensibilità di chi crede, con volgari parodie della fede cristiana“. Toni Brandi, presidente di Pro Vita e Famiglia, non le manda certo a dire. “Per questo abbiamo lanciato una petizione che, in pochi giorni, ha raggiunto, ad oggi, oltre 52.000 firme e che chiede alla Rai che il Servizio Pubblico non mandi mai più in onda ‘spettacoli’ blasfemi. E sia Amadeus che Salini dovrebbero dimettersi, come chiedono milioni di Cristiani offesi. Nessuno avrebbe mai pensato di offendere le altre confessioni religiose ma i Cristiani sì, possono essere insultati in mondovisione?“. Largo, dunque, ai camion vela e a maxi-cartelloni di protesta, allestiti a circondare i principali uffici e le sedi storiche della Tv di Sato.
“Non si tratta solo di una questione di libertà religiosa. Alcune performances hanno indignato anche molti spettatori non credenti. Le famiglie Italiane non ne possono più!“, chiarisce meglio Jacopo Coghe, vicepresidente della Onlus. A finire nel mirino, alcuni spezzoni della kermesse, ritenuti poco consoni: “Come se non fosse stata sufficientemente grave l’ennesima genuflessione al gender, dall’indifferentismo sessuale alla ‘sessualità fluida’, Amadeus & co hanno mandato in onda “esibizioni”, blasfeme e oltre il limite della decenza, di un “artista” che non merita neppure di essere menzionato, a cui ha dato manforte anche il co-conduttore Rosario Fiorello che, oltretutto, aveva appena ricevuto il premio Città di Sanremo“. Il riferimento è, ovviamente, relazionabile al ‘quadro’ di Achille Lauro, in cui il cantante ha baciato il suo compagno di palco e chitarrista Boss Doms e nel quale Fiorello ha cantato con una corona di spine sul capo.
“La Rai chieda scusa agli Italiani! Non si possono più sopportare e subire offese. Stop alla TV di regime, che dileggia e insulta la fede di milioni di Italiani e diffonde il gender nelle proprie trasmissioni“, questa la chiosa. A noi rimane un interrogativo, banale, volendo. Inevitabile.
‘Ma perché bisogna trovare a tutti i costi un sotto-testo per ogni espressione di sé? Perché non godersi, invece, lo spettacolo, esattamente per ciò che è: un momento di leggerezza, il desunto della personalità di un’artista… costruzione, più o meno riuscita, di una finzione? E, ancora, se proprio non si è in grado e qualora si percepisca un senso di ‘disturbo’, perché, allora, non prendere in mano il telecomando e cambiare, semplicemente, canale, evitando, peraltro, di dare maggior credito ai propri acerrimi ‘nemici’?
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