Ciao, posso surfare sul tuo cuscino?
Couchsurfing, vale a dire fare surf sul divano. Almeno, da traduzione letterale. A più ampia interpretazione, invece, consiste nel trascorrere le vacanze, invitati direttamente a casa di chi, senza farci spendere un euro, ha il piacere di riceverci nella propria abitazione. Farne un modo – in sintesi – per incontrare persone nuove e venire a contatto con le usanze del posto. L’escamotage, inoltre, per imparare o perfezionare le lingue straniere e spezzare il ritmo della propria quotidianità.
Partendo dal presupposto che, sul sito apposito, ci si rivolge sia agli ospiti che agli ospitanti, una volta iscritti, potrete offrire, a disposizione di eventuali turisti, la vostra dimora o, al contrario, se in viaggio, sarete nella condizione di richiedere alloggio a chi, residente, vorrà mettere a vostro uso un divano, per una notte o più.
In parole povere, una maniera innovativa di viaggiare, adatta a milioni di giovani – e non – che, attraverso il ‘sistema’ delle amicizie, ha permesso, negli anni, di creare una vera e propria rete, indirizzata a chi, pur volendo affrontare lunghe partenze, non può permettersi di spendere un patrimonio.
Un metodo affidabile?
Si dorme – interrogativo lecito – pur sempre presso sconosciuti o, viceversa, ci si infila, tra le mura domestiche, un ‘signor nessuno’. Eppure, pare che siano rarissime le testimonianze negative. Le brutte esperienze, grazie al procedimento delle reference – dei commenti, cioè, positivi e negativi, che ogni utente riceve sul personale profilo – risultano piuttosto limitate. Pare, invece, che in talune circostanze, come in questa, la parola d’ordine sia rispetto, unito al senso della convivialità, che si apprende, entrando a contatto con modi di vita, differenti dalla consuetudine.
Ma entriamo nel dettaglio…
Solitamente, si procede con l’incontrarsi per le vie della città, offrendosi – volendo – di fare da Cicerone. In tal maniera, si iniziano a raccogliere i primi commenti positivi, disponibili on line. Successivamente, si passa alla ‘sostanza’. Uno scambio che si arricchisce – lo noterete con il trascorrere del tempo – di cultura, ma si colora anche di ricordi, di esperienze… si apre, insomma, un mondo.
Cosa rimane, a questo punto, per diventare couchsurfers provetti? Semplice, chiedere domicilio. Immaginate i vantaggi di guardare una città sconosciuta con gli occhi di chi la abita… Il vostro host vi svelerà i segreti, le tradizioni, i costumi del luogo, regalandovi chicche, altrimenti introvabili.
Unica regola, rammentare che mentre, dal rispettivo punto di vista, quelli trascorsi extra domo sono giorni di ferie, per l’interlocutore corrisponderanno, assai probabilmente, alla quotidianità. Siate, dunque, parchi nel disturbare ed offrite, qualora ve la sentiste, un aiuto nelle faccende domestiche, in modo da rendere piacevole la convivenza, anche per la controparte.
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