Quando una donna… e Veronica ‘si riavvicina’
Il punto è che sono 84 e 84 anni pesano, pure se si è stati padroni, a nostro modo, del mondo. Pure se si impersonificano i panni del Sr. B e, dunque, si viaggia in carreggiata riservata. Privilegiati, sì, ma non del tutto. Perché la vita ha questo di bello, o di brutto – vai a saperlo – che è trasversale. Fortemente democratica, perciò non c’è differenza nel chiamarsi Rossi, Bianchi, Mattarella o Berlusconi.
I dolori arrivano comunque. Così le sofferenze e le malattie. E, figuriamoci, perché altrettanto non dovrebbe essere per il Covid? Pertanto, l’ex Presidente – che tale lo è stato per numerosi versi – è ricoverato, ancora. Eh già, lo sappiamo bene, non è la prima volta. Ma questa volta è differente. Si parla di ‘misura precauzionale’, vero. Ma non è tanto questo il punto. Né che si sia riscontrato un principio di polmonite bilaterale.
La differenza, stavolta, ed evidentemente è scritto nel destino dell’ex Premier, la fa una donna. Pardon, una, più ancora delle altre, dal momento che, in qualche modo, sono tutte lì, al suo cospetto, protettive. E quando diciamo tutte, in questo caso, intendiamo davvero tutte.
Ovvio, c’è Marta Fascina, la deputata e attuale compagna e c’è Marina, donna di polso. E’ stata lei ad insistere per il ricovero. Lei, ad ospitare il padre in Provenza, nella fase di lockdown. E, ancora, c’è Barbara, indignata con giornali e detrattori per averle riservato il ruolo di ‘untrice’. “Non ho condotto alcuna vita sregolata in Sardegna. Le volte che sono uscita la sera, in tre mesi, si possono contare su una mano. Sono stata sempre a Villa Certosa: altro che movida… Pannolini, piuttosto!“, commenta l’ormai pressoché 37enne figlia di colui che, per un certo verso e in un certo senso, è stato ritenuto ed è stato, l’uomo più potente d’Italia.
Ma torniamo al dunque. Ci sono loro, ma c’è, soprattutto, ricomparsa dopo 12 anni, lei. Colei che, se non per mezzo di avvocati e tribunali, aveva preso le distanze – totali – dal Cavaliere. Veronica è tornata, a manifestare la personale contrizione: “Sono addolorata e anche un po’ preoccupata, ma lo scenario clinico ora mi sembra abbastanza confortante e i miei figli mi hanno rassicurata. Mi dicono di stare tranquilla“. Nessun colloquio tra i due, in tutto questo tempo. Né una telefonata, né un incontro, dalla richiesta di divorzio, pronunciata per mezzo stampa, nel 2009.
Eh già, ma una donna è donna, sempre. Non ci si sveste del ruolo di legittima consorte, per il semplice fatto che ci si separa. Se si è amato davvero, se la tempra è tempra di femmina, la stessa forza e determinazione che spinge ad assumere le distanze a fronte del ‘ciarpame‘ – per usare le medesime parole di allora della Lario – conduce, in circostanze aggiornate, a riappropriarsi di quella stessa identità.
E non c’è bisogno di dirlo. Si percepisce e basta. E’ un imperativo sottinteso. Padrona, Domina, la ‘nostra’, per dignità, per coerenza, per efficacia, prima ancora che per tutto il resto. E moglie. Cosa importa con chi sta adesso Lui. Che serve domandarsi se Lei ha un altro. Certe cose vanno oltre. Che quando una donna, trascorsi anni ed anni, si fa sentire per esprimere ‘vicinanza’ sta a significare che il cuore è lì, timidamente poggiato dove lo si era riposto l’ultima volta. Oh, non dimenticato. Solo in attesa. Una silenziosa e paziente attesa. Che poi la vita è così, è una ruota che gira. E tutto torna, tutto.
E quel signore anziano ricoverato presso il San Raffaele di Milano ha lo stesso diritto di tutti di essere amato e coccolato. Per una volta, per questa volta, di non essere, Lui, ‘usato’… dalla nipote di Mubarak, dalle Olgettine di turno, dalle Api Regine e chi vuole intendere intenda… non ‘strumentalizzato, né abusato. Soltanto, in questa occasione, essere amato e curato, semplicemente. Come si conviene.
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