Kabul, ti piango così…
Certe… opere? Le vogliamo classificare in questo modo? …nascono così, quasi per caso. Si passeggia e, intanto, si chiacchiera, distratti appena dai rumori della strada. Ma poi l’attenzione viene di colpo rapita da qualcosa che, fino ad allora, non si era notato.
Così, nella notte di Ferragosto, in quel della Capitale – per la precisione in via Andrea Provana, all’angolo di via Biancamano – ha fatto la sua comparsa una nuovo murales. ‘Le Lacrime di Kabul’, questo il titolo, che la dice già lunga.
Raffigurato, protagonista, è un bambino afghano, una serie di bende ad avvolgergli la testa, mentre l’occhio destro si rivolge a Gino Strada. Lacrime, che interpretano, in sintesi, la sofferenza di un intero popolo. L’idea, inaccettabile, di un futuro, pregno di ulteriori violenze e sofferenze.
All’interno del poster, i riferimenti al fondatore di Emergency non si contano. Un omaggio, con tanto di testo ed evidente sotto-testo, a chi le personali preoccupazioni nei confronti dei Talebani non le hai mai sottintese. Evidentemente, alla guisa dell’artista creatore del disegno.
“Nessuno più di Gino Strada può avere avuto idea di ciò che è stata la vita in Afghanistan, negli ultimi vent’anni“, dichiara Laika. “Un Paese, nel quale ha vissuto, in totale, sette anni della sua vita e che,
oggi, torna ad essere al centro dell’attenzione Internazionale, come totale fallimento degli Stati Uniti e dei paesi Nato, compresa l’Italia“.
“Non posso immaginare – prosegue – cosa stia vivendo quel popolo in questo momento. Però so che, in Afghanistan, non potranno più contare su un uomo che, per quel Paese, ha dato tanto e che ha regalato al Mondo un’Organizzazione come Emergency che, nella sua storia, ha curato gratuitamente più di 11 milioni di persone. Gino Strada è un uomo dalla parte giusta della Storia e tutti noi non possiamo che dirgli grazie“.
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