Prendiamo tutti esempio dalla Dieta di Okinawa
Poco più di un mese fa, il 2 gennaio, la giapponese Kane Tanaka ha spento 119 candeline e, attualmente, personifica un record. E’, infatti, la donna più anziana del mondo. Un primato che detiene – si fa per dire – sin da quando, di anni, ne aveva ‘solamente’ 116. Classe 1903, la ‘nostra’ gode di una salute invidiabile e trascorre le giornate facendo cruciverba, brevi passeggiate e nutrendosi di riso, pesce e zuppa, oltre a bere molta acqua.
Lo attesta, del resto, persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità: i giapponesi sono la popolazione più longeva al mondo, con un’aspettativa di vita, per le donne, di 87 anni, per gli uomini, di 80. Anni, tra l’altro, vissuti ‘bene’ e che la signora in questione ha ampiamente superato. E, se a contributo di cotanta longevità c’è sicuramente un fatto genetico, anche lo stile di vita fa il suo. Soprattutto l’alimentazione.
Gli abitanti di Okinawa ne sanno qualcosa, giacché la loro dieta rappresenta un vero e proprio esempio per combattere l’invecchiamento. Un regime alimentare che, in sintonia con l’attività fisica e l’assenza di stress, ha consentito a chi lo segue, quanto meno, di rimanere in forma. Tra parentesi, anche l’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori e ipercolesterolemia è ridotta al minimo.
Siete curiosi di saperne di più? Andiamo a vedere, allora e nel dettaglio, di cosa si tratta…
Abbastanza simile alla dieta vegetariana, prevede un abbondante consumo di pesce e, per l’appunto, piccole quantità di carne. È un regime alimentare piuttosto povero di zuccheri e cereali, basato su un calcolo dell’indice calorico, ovvero del rapporto tra calorie per grammo di cibo. Un modo, in sintesi, per raggiungere il senso di sazietà, restando leggeri.
Non solo, rappresenta anche una maniera per mantenere saldo il legame con il passato e le tradizioni dell’isola. Consta del consumo di grandi quantità di verdure gialle, arancioni e verdi, ricche di antiossidanti e sostanze nutritive, da consumare preferibilmente crude o leggermente cotte. Prescelta, la tecnica di cottura al salto, che rende gli alimenti croccanti e saporiti, senza l’aggiunta di grassi. Via libera, pure, a legumi, soia, miso, patate dolci e viola, alghe tra cui kombu, nori e hijiki. Il pesce, particolarmente frutti di mare, viene generalmente consumato ¾ volte alla settimana. Oltre all’acqua, prevista in grandi quantità, al tè verde e al tè al gelsomino.
Le carni, d’altro canto, vengono cotte in brodo, per consentire una ulteriore rimozione del grasso. Consumati con moderazione anche i cerali, soprattutto quelli contenenti glutine, causa, spesso, di problemi di digestione, infiammazioni, allergie. Riso integrale cotto al vapore e quinoa sono preferiti ad altri. I latticini rientrano nella dieta in minima parte e sono consumati crudi, sostituiti, in alternativa, con latte di cocco o latte di mandorle.
Per limitare il numero di calorie ingerite, inoltre, la dieta di Okinawa segue i principi della “Hara Hachi Bun”, filosofia confuciana che raccomanda di mangiare, solo fino a quando si è sazi all’80%. I pasti devono essere consumati lentamente, in piccole porzioni e nell’ambito di un’atmosfera tranquilla. Per gustare e apprezzare appieno ciò che si mangia è fondamentale masticare lentamente, focalizzandosi sul cibo e privi da distrazioni. Una media di circa 1.200 calorie al giorno, basata sulla selezione di alimenti freschi e di stagione, da servire in piccole ciotole e nel rispetto un certo rigore estetico. Secondo la Kaiseki, d’altronde, ossia la cucina giapponese gourmet, l’armonia deve essere rispettata anche nell’impiattamento. Nessun elemento, sia inteso, deve prevaricare l’altro.
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