Crucci e tumulti del ragazzo di Tortona…
Si può avere paura? Certo che sì. In qualsiasi modo e a tutte le età. Anche quando si indossa un nome famoso e, anzi, a maggior ragione, poiché il precipizio è lì ad un passo e porta il nome di ‘fallimento‘. Specie se, fino al momento precedente, tutto è andato liscio come l’olio. Specie se le aspettative non le abbiamo mai tradite e… al contrario.
Alessandro Cattelan si denuda, così. Rivela le sue fragilità, adesso che ha 41 anni e, se si volta, vede dietro alle spalle una scia di traguardi di tutto rispetto. Poi, però, immancabile all’appuntamento, arriva il giorno che… Il momento, in cui anche il migliore traballa. Colpa di scelte sbagliate? Affrettate? Mal consigliate?
Di fatto, ‘Da Grande‘, lo show di cui è reduce su Rai1 non è andato come si sperava. Non ha raccolto ascolti brillanti. Domani si riparte, su Netflix, con ‘Una semplice domanda‘, ennesima scommessa per il ragazzo diventato uomo a suon di tv. Ma non solo. La carriera che vanta è radiofonica, pure; letteraria, persino calcistica.
In sintesi, sono trascorsi 20 anni da quando ha iniziato e, da allora, senza colpo ferire, pare averle azzeccate tutte… o quasi.
“Ho cominciato in maniera incosciente. I primi tempi neanche lo immaginavo come il mio futuro. Poi, quando ha chiuso Mtv, mi sono reso conto che, a 24 anni, quella era la mia unica forma di sostentamento e che non sapevo fare altro. Così, mi sono impegnato. Oggi provo spesso paure che sono una il contrario dell’altra. Ho paura di non avere successo con quello che faccio ma, appena le cose vanno bene, sento addosso troppa pressione. E’ difficile stare in equilibrio“.
Trovare la giusta misura, anche per uno che ha sempre dimostrato di sapercela fare, non è fatto semplice. Prosegue, il nostro, a proposito dell’esordio nel mondo dello spettacolo: prima… “ho raccattato bicchieri in discoteca e lavorato in un centro scommesse, dove entravano signori anziani, che si giocavano la pensione in un pomeriggio. Ma mi sono trovato presto in un mondo in cui i privilegi erano nettamente sproporzionati rispetto alla fatica che impiegavo. Oggi è più complicato. Più sei conosciuto, più sei bersagliato dalle opinioni altrui. Non puoi sentirti oggi un genio e domani un cretino“.
L’amore è, allora, la fonte di ogni felicità? Stando a quel che ci racconta nella docu-fiction, pare proprio di sì. Commentando la sua infanzia, poi, conclude: “Sono figlio unico, dato a cui mia moglie (l’influencer Ludovica Sauer, ndr) attribuisce l’origine di ogni mio difetto. Ho avuto un’infanzia serena, con genitori abbastanza severi. Se a scuola bisticciavo con un professore, non c’era la possibilità che la colpa fosse dell’insegnante. Oggi, sono famoso per essere il più rigido tra noi, padri giovani. Nella vita ho sempre puntato molto sulla mia capacità di farmi scivolare tutto addosso e mi sembra di avere un po’ perso questo talento“.
Chissà, ci viene da pensare. Magari crescere, alle volte, corrisponde, semplicemente, a rendersi un po’ più cedevoli… ed umani.
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