Pamukkale: quel castello di cotone che rigenera corpo e spirito
In Turchia, posta sulle pendici del monte che domina la valle del fiume Lico, si trova una tra le SPA naturali più spettacolari del mondo.
Pamukkale, si presenta così, sorta di ‘castello di cotone‘; terrazzato, che degrada verso valle, dando luogo ad una serie di piscine, dalle pareti bianche e lucenti.
Una stratificazione di calcare e travertino, delle dimensioni di 2700 metri di larghezza per 160 di altezza, visibili anche a distanza, dalla vicina Denizli.
Ierapoli di Frigia: una storia nella storia
Ad incorniciare e ‘proteggere’ cotanto panorama, dall’alto del monte che lo ospita, i resti dell’antica città di Hierapolis, distrutta durante l’impero di Nerone, da un terribile terremoto.
L’acqua delle piscine termali sgorga ad una temperatura di 35°C. Particolarità, quest’ultima, che ha contribuito a rendere il sito in questione Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO. Ed è proprio grazie all’organizzazione, se oggi possiamo nuovamente ammirarne la bellezza.
Nel XX secolo, l’area è stata deturpata dalla costruzione di Alberghi, sorti distruggendo parte delle rovine del vetusto centro abitato. L’acqua delle fonti venne poi convogliata nelle piscine degli Hotel e gli scarichi, a loro volta, riversati nello scorcio di panorama che appare oggi ai nostri occhi.
Non solo: venne realizzata una strada asfaltata, che permetteva ai visitatori di raggiungere la cima de monte, in moto o in bici; mentre agli avventori fu concesso di utilizzare, per lavarsi, saponi industriali. Una devastazione per l’ambiente circostante, che finì per perdere il tipico color bianco, così come ne risentì anche il turchese delle acque.
Un progetto di salvaguardia
L’intervento dell’UNESCO si è rivelato, dunque, provvidenziale. Gli alberghi sono stati distrutti; la strada ricoperta con fonti artificiali – – tra l’altro, le uniche in cui i turisti possano immergervi i piedi nudi – in perfetta armonia il resto del paesaggio, ricondotto via via e con estrema dedizione alle tinte originali.
A sorvegliare la zona, inoltre – ennesima precauzione – i numerosi addetti, atti ad assicurarsi un corretto comportamento da parte dei visitatori.
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