Positano: regina di bellezza in formato verticale

Positano: regina di bellezza in formato verticale

Avete presente la piramide composta da un’infinità di casette colorate? Quella sorta di pittura, che scende a picco, dalle pendici dei monti Lattari direttamente sulle spiagge di sabbia e sassolini di Marina Grande e Fornillo?

Forse sì, forse la risposta è già in cuor vostro. In caso contrario, sappiate che, di fronte agli occhi avete quello che, da molti e per molti versi, è considerato il paese più iconico della Costiera Amalfitana.

Positano è così, con il volto aperto al Tirreno e l’anima, invece, tutta avvolta su se stessa, segreto da rubar, su e giù per le scalette che risuonano sotto i passi; tra le architetture in stile Moresco; gli slarghi improvvisi e i lussureggianti orti e giardini, che profumano di limoni e aranci, di glicine e buganvillea.

In ogni angolo, le storie degli uomini si intrecciano con le leggende, appartenenti alle divinità.

Al largo, le isole dell’arcipelago de Li Galli, dimora di illustri figure, continuano a tramandare, nei secoli, il mito di Ulisse. Sulla terraferma, intanto, è da poco tornata alla luce un’importante Villa Romana del primo secolo d. C., subito integrata al M.A.R. (Museo Archeologico Romano). Un posto, come hanno voluto descriverlo fior di scrittori, “…di sogno, che non vi sembra vero finché ci siete, ma di cui sentite, con nostalgia, tutta la profonda realtà, quando l’avete lasciato“.

Si narra che questa sia stata la patria prediletta dalla Madonna Nera, di cui i marinai udirono la voce, durante la tempesta, mentre pronunciava le parole: “Posa, Posa!“. Si racconta, pure, che il posto rappresenti il tripudio dei sensi. Il giallo acceso dei limoni, gli stessi, adoperati per produrre il limoncello; e poi, l’odore del cuoio dei sandali fatti a mano; il pergolato della Zagara, frescura di un aranceto, che si affaccia sul mare; i pizzi, il macramè e i tessuti pregiati, a nobilitare le storiche ‘pezze’ della Moda (alla maniera locale) e i canti, affidati al vento, alle stelle e alla salsedine e, ancora, i pescatori locali, che riparano le loro reti tra il via vai dei turisti.

Tutto, da queste parti, respira di poesia. E, giacché questa perla della Costiera è impossibile da fotografare in una sola volta, ciascuno finisce con il ritagliarsi l’angolo prediletto. C’è il grande classico della passeggiata in verticale, che corre da piazza dei Mulini, fino alla località panoramica de la Sponda; l’immagine da cartolina, ripresa dal vicino borgo di Praiano, con il primissimo piano della cupola maiolicata della chiesa di Vettica, dedicata a San Gennaro; le visuali, riservate alle terrazze degli hotel leggendari, come il San Pietro e l’Eden Roc, dove ogni notte è sempre vista mare.

Appena si alza lo sguardo, appare, a sostegno, il Sentiero degli Dei, un filo di terra a picco sul blu, scavato, secondo il mito, dai Signori dell’Olimpo, per salvare Ulisse dal seducente canto delle Sirene.

C’è la zona glamour, alla fine dell’insenatura di Marina Grande; le passeggiate, lungo il dedalo di viuzze e la baia, zona di pace e di ristoro.

Il profumo delle foglie del mirto e finocchietto, per l’intero territorio, rimane persistente, inconfondibile, come quello dei fiori di rosmarino. E sorprende l’utilizzo, ai fini terapeutici, del latte d’euforbia (contro le verruche) o del carrubo, come unità di misura. In questo mondo altro agricolo, disegnato dai terrazzamenti e dai muretti a secco, tutto sa di un tempo lontano. Ci si imbatte nell’acquafrescaio, come nel pastore. E, semplicemente, magicamente, si sta bene.

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