Tema: “La razza Europea”. E all’Università si scatena la bagarre

Tema: “La razza Europea”. E all’Università si scatena la bagarre

Vogliamo dissertare di razzismo? Allora state a sentire questa: “Tema del tema da discutere: la razza Europea“. Potremmo fermarci qui, senza proseguire oltre, giacché tanto basta a far risalire i brividi. Ma vogliamo essere corretti, oggettivi – il più possibile – ed illustravi, nel dettaglio, di cosa si tratta, così che, ogni lettore, possa costruirsi un personale pensiero.

E’, dunque, quella appena riportata, la traccia – selezionata e coscientemente voluta – da una ‘fantomatica’ Commissione, per la prova orale del concorso docenti, per la classe A022 italiano, storia, geografia, di primo grado. A denunciare quanto sopra, tramite mezzi Social, Alessandro Vaccarelli, docente di pedagogia presso l’Università degli Studi dell’Aquila, studioso – per l’appunto – di inter-cultura e razzismo.

No, non siamo nel 1938 e nemmeno su Lercio. La razza europea? Cioè? Come si potrebbe articolare una lezione sulla ‘razza europea’? Razza ariana? Ma siamo impazziti?”, ha scritto l’uomo in un post, specificando: “Aggiungo, dopo vari fraintendimenti, che non ci si riferisce ad una Commissione abruzzese“.

Tant’è, le reazioni, indignate, non si sono fatte attendere. “Vergogna“, c’è chi ha sentenziato. “Senza parole“, hanno commentano alcuni. Altri ancora, sgomenti: “assurdo“.

Vale la pena ricordare che – storicamente – nel 1950, l’Unesco pubblicava una dichiarazione che attestava che la razza non è un concetto biologico, bensì un mito. Ed eccoci, a distanza di 70 anni, a dover ribadire, per bocca dell’American Society of Human Genetics, che si avvale della collaborazione di ben 8 mila genetisti – cifra più, cifra meno – con vigore, il medesimo concetto di allora.

Persino il biologo François Jacob, premio Nobel per la medicina nel 1965, ha sottolineato che non esistono razze, che “gli individui non possono essere gerarchizzati e che la sola ricchezza è collettività. Tutto il resto è ideologia“.

A noi non resta – anche un pizzico aristocraticamente annoiati – che fare leva, ancora in questa occasione, sull’ignoranza, prima che sulla malvagità, e accendere l’attenzione su quanto possa l’incompetenza, più e meglio della cattiveria. A quella, tutto sommato, prestiamo, ossequiosi e ammirati – e lo lo sosteniamo in modo provocatorio – stima e rispetto.

Ah, solo un’ultima notazione: qualora, su Google, proviate a digitare razza Europea, vi appariranno le immagini di un’infinita serie di gatti. C’è qualcosa da aggiungere?

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