Pasta sì, ma ‘a fuoco spento’

Pasta sì, ma ‘a fuoco spento’

Sperimentazione o mancanza di senno? Innovazione verso le nuove frontiere del cucinare o solo voglia di farsi notare? Il dilemma è tutto qui, per classificare una tra le ultime trovate del mercato alimentare, vale a dire la pasta cotta ‘a freddo‘.

Ebbene, non stiamo parlando dell’idea di qualche spericolato spignattatore di Trastevere. A lanciare la discussione, in merito, è nientepopodimeno che un premio Nobel, Giorgio Parisi, detentore del più celebre tra i riconoscimenti, nel 2021, per la Fisica.

Il nostro che – almeno su carta – di temperature dovrebbe capire qualcosa, ha provato – e approvato – la formula della cottura passiva, dopo essere stato incuriosito da un post, pubblicato da Andrea Busiri Vici: “E’ la terza volta che provo e devo dire che funziona“. Insomma, se po’ fa.

In realtà, non si tratta di una novità. Sono diversi gli chef che consigliano il procedimento da anni, giacché disperderebbe meno i nutrienti e libererebbe – per di più – un fornello; il che fa sempre comodo. Oltretutto, l’esperimento è sostenuto anche dal fior fiore della scienza.

Ciò che, tuttavia, ha riportato la quaestio all’attualità è la faccenda dell’emergenza energetica e la necessità, per conseguenza, di risparmiare gas. Ecco, dunque, un modo come un altro, per arrangiarci, senza rinunciare al nostro stile di vita.

poco più di tre mesi fa, uno studio promosso dall’Unione Italiana Food (Uif), in occasione della giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno, ha evidenziato il fatto che, se i nostri connazionali seguissero tre semplici, ma fondamentali, accorgimenti, cucinando il loro primo piatto, si risparmierebbero ben 350 milioni di chilowattora, “sufficienti” – sostengono – “ad illuminare gli stadi di calcio, per tutte le prossime 24 stagioni di Serie A, Premier League, Liga spagnola e Bundesliga“.

  • Mettere – pertanto – sempre il coperchio sulla pentola
  • Usare la giusta quantità di acqua
  • Utilizzare la cottura passiva

In sintesi, sono quelle appena elencate, le misure da prendere. Ma in cosa consiste, esattamente, il metodo per lessare gli spaghetti?

Il fuoco c’è, ma si utilizza soltanto per far raggiungere all’acqua la temperatura di bollitura. Una volta calata la pasta, si tiene acceso il fornello per un paio di minuti ancora, per far risalire la temperatura che si è, nel frattempo, abbassata e, a quel punto, si spengono.

Gli spaghetti – viene spiegato – cuoceranno nel tempo riportato sulla confezione, tenendo conto che è l’ebollizione, non la temperatura a far cuocere i carboidrati. Come, del resto, scriveva, già a suo tempo Benjamin Thompson, tra i fondatori della termodinamica. “Tutto il combustibile che viene utilizzato nel farla bollire vigorosamente è sprecato“.

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