A, B, C… di un pasto secondo etichetta
Matrimonio, vale a dire – lo abbiamo ripetuto spesso – un coacervo di dettagli a cui badare. Dagli accessori all’outfit, dal rispetto per tradizioni ed usanze alla cura della location, alla voglia di lasciare stupefatti i propri ospiti, ci si muove su più binari e non sempre ci si sente all’altezza; bisognosi, di tanto in tanto, di… un aiutino.
Dunque, rivolgendo l’attenzione alla tavola, sappiate che persino il VOCABOLARIO, in questo senso è, negli ultimi anni, mutato. E ci sono pezzi su cui, proprio, occorre dimostrarsi oltremodo ferrati.
Prendiamo, ad esempio, il CARICATORE. Sapete a cosa stiamo facendo riferimento? Conosciuto anche come piatto di servizio, altri non è che un piatto piano, per l’appunto, emblematico del design scelto per l’occasione. Una decorazione, insomma e nulla di più.
Va valutato, secondo estratto, il piatto per la cena: grande 10/11pollici viene utilizzato, in genere, per le portate principali. Sostituibile, pertanto, a seconda del menù. Diverso è per il piatto da insalata, di circa 8 pollici, destinato – lo evince il nome stesso – a contenere contorni ed antipasti. Il piattino del pane, dal canto suo, è il più piccolo della cordata (6/7 pollici) e viene adoperato – da copione – per il pane e per il burro.
Quanto, poi, alle forchette, quella per la cena è la più grande, da sostituire, man mano che si procede con le pietanze. La versione da pesce è, invece, a forma di tridente, riservata a d’uopo. Infine, la forchetta da dessert è la più piccola, ça va sans dire.
All’unisono vanno i coltelli, rispettando le medesime regole appena elencate. Cambia, la questione, quando si tratta di cucchiai. Quello da zuppa, volendo entrare nello specifico, presenta una curvatura più profonda; mentre quello da dolce, tenetelo a memoria, poco o nulla ha a che vedere con quello da tè.
To be continued…
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