Sanremo: musica, fiori e… sapore di matrimonio
I Coma Cose cantano ‘L’addio‘, ma li smascheriamo: sono due bugiardi. Perché tutti, nelle loro esitazioni; negli sguardi, timidi ma complici; nei sorrisi appena accennati, notano… altro.
Sul palco dell’Ariston c’è aria di promesse. Quelle che profumano di fiori d’arancio, per intenderci e, a rivelarlo, sono proprio i diretti interessati.
“Abbiamo deciso di sposarci e no, non aspettiamo un bambino“, hanno dichiarato, intervistati, Fausto e California che, dal 2016, sono una coppia, nella musica, così come nella vita. Pensare che, al Festival, si sono presentati con un brano, dal titolo emblematico. Cantano: “L’addio non è una possibilità‘, a sancire una crisi superata e quel tanto di più che nessuno sforzo vale a nascondere; che si respira forte, appena si presentano davanti al pubblico, per esibirsi.
La canzone “l’abbiamo scritta per superare una crisi, invece di andare dal terapista“, confessano candidamente. 44 anni Lui, Fausto Zanardelli, in arte Fausto Lama; 34 Lei, al secolo Francesca Mesiano, in arte California.
“Noi ci siamo riavvicinati perché ci mancavamo“. Del resto, chi l’ha detto che, per ricucire un rapporto, non si possa passare attraverso una canzone? Dunque, la stesura del testo li ha aiutati a capire che esisteva molto ancora da scrivere, insieme.
“Un giorno” – ricorda la cantante – “stavamo chiacchierando di matrimonio e gli ho detto: cosa ne pensi se ci sposassimo davvero?“.
“La proposta” – insomma, come spesso accade in tempi più recenti – “l’ho fatta un po’ io. Poi lui è arrivato con l’anello. Abbiamo seguito la tradizione, da quel punto di vista“. Gioiello, che non è passato – evidentemente – inosservato all’occhio attento e curioso dei giornalisti, in cerca di gossip. L’anulare così vestito annuncia, per ora, di nozze in stand by. “Quando si calmeranno le acque di Sanremo penseremo a tutto e alla data“. Di certo – garantiscono – niente, che sia in stile reality: “Nessuna proposta di matrimonio in diretta, alla Finale. Non faremo come i Ferragnez, sarebbe troppo fiction. È un atto intimo“.
E gli crediamo, giacché l’Amore portato a Sanremo è delicato, sussurrato. Profuma ancora di un pudore, oramai poco consueto e forse, proprio per questo, piace e fa parlare di sé. E’ semplice, schietto e per celebrarsi non abbisogna se non di due voci capaci di duettare, in sintonia. Il resto, scenografia, applausi… è solo cornice, che le parole sanno come incastonarsi dentro, senza orpelli: “E sparirò, ma tu promettimi che potrò sempre ritornare da te…”
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