Sesso… a briglie sciolte
Da così…
…a così.
Rivoluzione sessuale, è questo l’argomento. Questione dirimente, qualche anno fa, come ora, anche se in un’esposizione totalmente differente. La Generazione Z manifesta, difatti, un approccio rinnovato nel vivere e nell’esprimere i sentimenti, inimmaginabile solo fino a poco tempo addietro.
Così, ad esempio, la convivenza non è più l’obiettivo, per chi ha una relazione stabile. Un terzo dei giovani non è in coppia; un terzo è in coppia e convive, un terzo non convive neppure e la metà non appare interessata all’argomento. Il 46% di quanti, nella fascia compresa tra i 16 e i 22 anni risponde che, se proprio andrà a vivere con la persona che ama, forse lo farà più avanti. Altrettanto dicasi, per il 33% di chi ha tra i 23 e i 27 anni.
Non solo. Il 38% ha avviato una relazione, sentimentale o sessuale, con una persona conosciuta online. Ciò non di meno e a dispetto di quanto si potrebbe dedurre, non è folto il numero, di quanti propensi ad affidarsi alle app di incontri. I Millennials (37%) – nel dettaglio – sono seguiti dal segmento senior della Gen Z (33%); poi dal segmento junior (26%) e dalla Generazione X (23%).
Tra i timori, in tal senso, prevale la paura di incontrare gente, che non è quel che dire di essere (46%), malintenzionati (39%), per non parlare dei dubbi sulla superficialità di una relazione basata sull’aspetto fisico (39%). I vantaggi si riscontrano – d’altra parte – nelle maggiori possibilità di aderirsi negli interessi (52%) e – quasi scontato – nella comodità nel cercare e connettersi.
Per di più, è mutato – intrinseco – anche il concetto di famiglia che, per il 46% è rappresentata – in buona parte – dagli amici con cui si convive; mentre nei rapporti la parola d’ordine è libertà. Il 14% dei giovanissimi si dichiara attratto da esponenti di entrambi i sessi, parimenti al 9% di chi è leggermente più adulto.
A delimitare il tutto, la ricerca della perfezione. Il 68% degli intervistati risente del ‘bombardamento’ operato dai Social, tanto che un giovane su 2 (il 51%) avverte la pressione dei modelli di bellezza imposti via Web. Dunque, la necessità di adeguarsi al modello, in effetti, inesistente, genera a sua volta, insicurezza e/o disagio, rispetto al personale aspetto fisico.
Cambiamenti radicali, che lasciano pensare ad un profondo sconvolgimento, in cui ogni esperienza si fa, in se stessa, sempre meno definita e dai confini spesso labili. Etero, come pure omo, si spogliano del significato di appartenenza. Diventano termini non più necessari, sorpassati, desueti.
“Contano, sempre di più, l’individuo e la relazione, più che la famiglia. L’effetto di ciò che avviene è che il sesso viene definitivamente disgiunto dalla procreazione… a lungo andare, la coppia non conterà più niente“, denunciano gli esperti.
“Nella ricerca si parla di bisessualità in aumento” – proseguono -“ma dovremmo definirla piuttosto fluidità… Conta sempre meno il genere sessuale. E’, invece, importante la persona“.
A cosa è dovuta la necessità di una nuova forma familiare?
“Per mia nonna, il segno dell’identità femminile era la maternità; ma il tema vero non è la famiglia che è venuta a mancare, quanto la mancanza dell’adulto, così come dell’insegnante identificato…. Se non ci sono figure da ascoltare finisce che queste figure, i ragazzi le trovano altrove…”.
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