Ufficiale: è guerra alle bionde
Si chiama distanza di cortesia e prevede uno spazio, appunto, di 5 metri tra chi fuma e chi no, nei luoghi aperti. L’ultima, in ordine cronologico, ad introdurre la norma è stata Torino, preceduta da Milano e, prima ancora, da Melbourne. Qui, addirittura, dal 2016, è vietato fumare tout court. Insomma, non si mette bene per chi ha il ‘vizio‘. La possibilità di accendersi una sigaretta non solo si fa sempre più difficile, ma lo spettro che incombe è quello, dietro l’angolo, del Regno Unito, dove già si sogna una prima generazione ‘libera’ dal fumo, merito il divieto di vendita di sigarette e tabacco ai giovani.
Dunque, sotto la Mole si tendono a proteggere bambini, donne in gravidanza e, in generale, tutti, tranne che non vi sia un consenso esplicito. Divieto, che contempla le code alle fermate dei bus, le manifestazioni, i parchi e i dehors. Provvedimento, che riguarda le sigarette, il sigaro, la pipa, il tabacco riscaldato, ogni prodotto a combustione e persino le sigarette elettroniche.
“Può essere considerata una misura sanitaria ma è soprattutto una questione culturale di rispetto dei non fumatori e di buona educazione. La misura contribuirà alla riduzione dell’impatto del fumo, che rimane la principale causa di patologie mediche e oncologiche e favorirà un consumo più consapevole. Non è una misura proibizionista, perché regolamenta la libertà di fumare, che rimane inalterata, nel rispetto di chi non fuma“. Niente proibizionismo, tradotto, se non fosse che la multa relativa all’infrazione equivale a 100 euro.
E, a partire dal 1 gennaio 2025, anche nella capitale meneghina si potranno accendere le sigarette, solo nei luoghi in cui “sia possibile rispettare la distanza di almeno 10 metri da altre persone“. Decisione, che disattende – ancora – le sigarette elettroniche e che pretende il pagamento, se trasgredita, di una cifra che, dai 40 euro, si spinge fino ai 240. Una misura pensata per limitare l’inquinamento e che mira ad estendersi, oltre che alle aree destinate al verde pubblico e ai giochi per i bambini, anche a strade, piazze e marciapiedi.
Diversa la situazione nel Regno Unito, dove la svolta è già in atto. Qui, facendo due rapidi calcoli, tra cinquanta anni a fumare saranno solo gli over 60.
Uno stuolo di non fumatori è il sogno, in sintesi, di cui si dibatte in queste ore, non senza polemiche, in un Parlamento (quello inglese, appunto) spaccato tra negazionisti e liberali. In Italia l’idea affascina, anzi piace ma si sa, da noi è sempre e comunque – al di là dei tentatici sporadici e frazionati – un’altra storia…
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