E-commerce: le regole dietro le compravendite on-line

E-commerce: le regole dietro le compravendite on-line

Vendete o siete intenzionati a vendere oggetti oppure abiti usati su piattaforma? Ebbene, che si tratti di Vinted, Wallapop o eBay, chi si sottopone ad operazioni di compravendita online è tenuto a sottostare a regole fiscali precise. Pena, salate multe previste dall’Agenzia delle Entrate.

A partire dal 20 novembre 2023, difatti, è entrato in vigore il provvedimento che individua termini e modalità di comunicazione dei dati sulle vendite di beni e servizi sulle stesse piattaforme che, pertanto, hanno ora l’obbligo di comunicare i numeri, relativi ai propri utenti. Modo ulteriore per contrastare l’evasione fiscale, anche nei market place.

Nella specifica, ciò non avviene se l’utilizzo del mezzo si manifesti in maniera saltuaria. Diverso è il discorso è per chi metta su un giro d’affari talmente consistente, da dover aprire partita Iva.

La direttiva europea Dac7 tocca tutte le piattaforme che consentono una vendita di prodotti o servizi ai propri iscritti. In lista, perciò, appaiono anche Amazon, Etsy, Vestiaire Collective. Idem, per chi si appoggia ad Airbnb. Scavallare un certo importo di guadagno nel giro dei 365 giorni annuali significa adempiere, poi, all’obbligo di pagamento.

Incartamento da compilare in modo categorico, una volta raggiunte le seguenti condizioni: effettuare almeno 30 vendite, incassando più di 2.000 euro. In tale circostanza, la persona fisica dovrà compilare un modulo ad hoc con nome e cognome, data di nascita, indirizzo, codice fiscale o partita Iva. Nel caso di persona giuridica: ragione sociale, indirizzo, numero di identificazione fiscale e – ovvio – partita Iva.

Importi, dati fiscali e Iban collegato ai rispettivi account vengono, dunque, comunicati all’Agenzia delle Entrate, per la relativa verifica. Qualora venga valutata la sussistenza di un’attività commerciale con vendite abituali, ecco che possono scattare le sanzioni. Nel nostro Paese, l’apertura di partita Iva è obbligatoria, quando le vendite, non sporadiche, conducono a ricavi superiori ai 5.000 euro annui. Rispetto alla cifra, vanno quindi estrapolati contributi e imposte sui ricavi.

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