“State a casa. Andrà peggio”. I ripensamenti di Boris Johnson
State a casa. Andrà peggio. Inarrestabile. Mai aggettivo fu più consono, per descrivere il dilagare di un virus che continua da espandersi a vista d’occhio, in maniera globale. Prima la Cina, poi l’Italia… gli effetti del Covid-19 si sono abbattuti su Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Inghilterra… Nazioni in piena emergenza, in cui il computo dei numeri – più rapidamente di quanto preventivato – sta superando nettamente le previsioni.
Il livello di criticità è alto, c’è poco da dire.
Il Coronavirus si sta rivelando un banco di prova sia per i singoli cittadini, sia per le Istituzioni, sovranazionali e non, come l’Europa, che si trovano costretti a ridefinire le scelte e, in qualche caso, a fare dietrofront. C’è, del resto, chi, come il Bel Paese, in prima linea ci si è configurato da subito, pagando il prezzo di decisioni apparentemente impopolari e chi, ex Stato membro, si è trovato costretto, nelle ultime ore, a rivedere le proprie convinzioni.
Boris Johnson scrive alla Nazione
“Vi scrivo, per aggiornarvi sui passi che intraprenderemo, per combattere il virus“. Questo l’esordio della lettera, indirizzata ai britannici dalla penna del Primo Ministro Boris Johnson. In isolamento a Downing Street, dopo essere risultato positivo al Covid-19, il capo del Governo è stato impossibilitato a presenziare all’ultimo punto stampa, decisamente nefasto. Da qui, la decisione di mettere i propri intendimenti nero su bianco.
“Nel giro di pochissime settimane, la vita di tutti i giorni, in questo Paese, è cambiata in modo drammatico” sottolinea, a neppure troppi giorni di distanza dalle dichiarazioni shock sull’immunità di gregge. “Tutti percepiamo l’impatto profondo di questo Coronavirus, non solo su noi stessi, ma anche sui nostri cari e sulla comunità“.
Una decisione necessaria
Johnson ammette, dunque, le difficoltà che la Nazione sta vivendo ma, afferma: “Le decisioni che abbiamo preso si sono rivelate assolutamente necessarie e per una ragione semplicissima“.
Il Regno Unito si aggiunge all’elenco, ormai straripante, dei Paesi che si trovano schiacciati dall’emergenza sanitaria. Una difficoltà, dettata dal superamento di capacità delle terapie intensive. “Se troppe persone dovessero ammalarsi allo stesso tempo, l’NHS non sarà in grado di gestire la situazione.
Questo costerà vite“, sentenzia.
Ridurre i contagi
Per questo motivo, spiega Johnson: “La priorità è quella di ridurre i contagi e fermare il diffondersi della malattia“. Solo in questo modo, riducendo il numero di pazienti ospedalizzati, “Si potranno salvare più vite possibili. Per questo vi stiamo dando una sola e semplice istruzione: state a casa!”
Quello ormai noto come ‘metodo Italia‘ sbarca, dunque, in Gran Bretagna. Stare a casa, ridurre le uscite ai beni essenziali, come spesa di generi alimentari / igiene e medico. Se si esce, rispettare le distanze di sicurezza ed evitare visite a parenti e/o amici e, naturalmente, assembramenti.
“Queste regole vanno rispettate, se non sarà così, la polizia è autorizzata ad agire con misure adeguate“. A nessuno mancherà da mangiare, ha rassicurato, quindi, Johnson.
La situazione peggiorerà
Un’ulteriore precisazione, infine, sulle misure applicate, prese sotto la guida di un comitato scientifico: “È importante avvisarvi e rendervi consapevoli che le cose peggioreranno, prima di migliorare. Ma ci stiamo preparando al meglio e, più si seguono le regole, meno vite perderemo e potremmo, così, tornare a una vita normale“.
La lettera si conclude con un ringraziamento a tutti gli operatori sanitari e una richiesta, diretta al personale medico ed infermieristico in pensione, affinché quanti più possibile tornino in servizio.
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