Contro il Virus usiamo la candeggina. E crolla l’ecosistema

Contro il Virus usiamo la candeggina. E crolla l’ecosistema

‘Quel che non si fa per paura’, verrebbe da commentare. Nel momento in cui il panico prende il sopravvento, pare proprio che la ragionevolezza abdichi all’improbabile e il buon senso finisca per trascendere nell’assurdo.

Così in Spagna, dove, nel tentativo di arginare il contagio, le autorità hanno disposto un intervento a dir poco ‘bislacco’. Un mix di acqua e candeggina al 2% è stato spruzzato lungo la costa, nell’intento di preservare i residenti dal rischio di contrarre l’infezione. Circa 1000 litri in tutto, grazie all’utilizzo di veicoli agricoli.

L’episodio, avvenuto nella località di Zahara de los Atunes, nei pressi di Cadice, denuncia l’ennesima misura presa in vista del lockdown, nella previsione di un eventuale reimpossessarsi, da parte di grandi e piccini, del litorale.

La protesta trasversale

Un’operazione, certo, avviata in buona fede, ma carica pure di enorme ingenuità. E pericolo. Ingente, con una manovra di tal fatta, il danno per il territorio.

Non solo gli ambientalisti, ma anche gli abitanti di zona hanno immediatamente fatto sentire la propria voce. “Danni brutali” all’ecosistema locale. Testuali, le parole, nell’accusa rivolta alle competenze del posto.

Sulla questione è intervenuta Maria Dolores Iglesias, attivista, che ha sottolineato il collasso dell’habitat naturale, a fronte di quanto accaduto. Numerose le specie protette che nidificavano e si riproducevano sulla spiaggia e tra le dune. Testimone lei stessa della devastazione.

La candeggina – spiega – viene utilizzata come un potente disinfettante. E’ logico che sia adoperata per ripulire strade e asfalto, ma qui il danno è stato brutale. Hanno devastato gli spazi delle dune e sono andati contro tutte le regole. È stata un’aberrazione ciò che hanno fatto, anche tenendo conto del fatto che il virus vive nelle persone, non in spiaggia. È pazzesco.”

Inevitabili le scuse – pubbliche per l’occasione – rivolte alla cittadinanza da Agustin Conejo, funzionario contrito, che non ha potuto far altro che ammettere l’insensatezza del gesto. Si è trattato di “… una mossa sbagliata. E’ stato un errore fatto con le migliori intenzioni“.

Il ‘buon’ fine giustifica i mezzi, dunque? Oppure sbagliando si impara?

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