‘Seconda ondata’: in Europa crescono le preoccupazioni, ma si allentano i blocchi

‘Seconda ondata’: in Europa crescono le preoccupazioni, ma si allentano i blocchi

Dopo il picco iniziale nei casi di Covid-19, sono diverse le Nazioni Europee, in procinto di allentare i blocchi. L’attenzione ora è focalizzata ad evitare una “seconda ondata” di infezioni, mentre si allentano le misure di distanziamento sociale.

Italia e Spagna – due tra i Paesi più colpiti – hanno riaperto – pur se con svariate remore – le frontiere ‘lavorative’. La prima volta, da due mesi a questa parte. Stesso dicasi per alcune zone degli Stati Uniti, in cui le imprese stanno lentamente riprendendo la propria attività.

Francia

In Francia, l’11 maggio le misure di confinamento verranno revocate. Il Primo Ministro, Edouard Philippe, ha dichiarato che esiste un “confine sottile” tra eliminare le restrizioni che riguardano i movimenti ed evitare un nuovo aumento delle infezioni. La malattia, d’altronde, ha colpito quattro miliardi di persone, oltre la metà della popolazione mondiale.

Il rischio di una seconda ondata – ha dichiarato la scorsa settimana – che colpirebbe i nostri già fragili ospedali, è alto”

Il distanziamento sociale si è dimostrato efficace per appiattire la curva dei nuovi casi Covid-19. Ha permesso di guadagnare tempo, indispensabile per il recupero e il rafforzamento dei sistemi sanitari. Ma ha anche significato che, probabilmente, solo una piccola percentuale dei cittadini sia stata infettata e abbia, quindi, sviluppato l’immunità.

L’Istituto Pasteur stima che, all’11 maggio, risulterà vittima del contagio solo il 6% della popolazione francese. Anche negli hotspot dei virus, in Francia, si ritiene che non più del 25% delle persone abbia preso il Coronavirus, durante la prima ondata di pandemia. Ciò significa che, senza un vaccino praticabile, gli esperti ritengono impossibile immaginare di tornare presto alla normalità.

Gioco in attesa

Ci vorranno diverse settimane o addirittura diversi mesi, ma vedremo il virus circolare di nuovo“, con numeri potenti. Ha dichiarato, in un’intervista radiofonica ad Inter France, la virologa Anne Goffard.

Una seconda ondata di infezioni sarà probabile, ha stimato: “al più presto, alla fine di agosto“.

Ma, mentre gli esperti sono più o meno uniti sulla probabilità di un nuovo picco – nei casi in cui i blocchi sono allentati – si discute sulla portata del possibile secondo attacco, da parte del virus.

Alcuni tra i più accreditati funzionari sanitari, in particolare in Germania e negli Stati Uniti, hanno avvertito che potrebbero ulteriormente crescere le infezioni, rispetto alla prima offensiva. Altri sono più ottimisti, sponsorizzando i cambiamenti nel comportamento personale come possibile modulo di rallentamento per il Covid-19.

Pierachille Santus, esperto polmonare dell’Istituto Sacco di Milano, ha affermato che la seconda ondata “sarà, probabilmente, meno gravosa della prima“, grazie alle misure di controllo.

Non è ancora noto come o se il nuovo Coronavirus risponderà all’aumentare delle temperature. Sono molti, infatti, i virus che tendono a rimanere inattivi, durante i mesi estivi.

Probabilmente c’è un legame (tra il virus), il calore e l’umidità“, ha affermato Jean-Francois Delfraissy, presidente del Consiglio Scientifico Francese. “Ci aspettiamo un’estate abbastanza serena“, ha aggiunto, avvertendo tuttavia che il virus potrebbe tornare con forza, verso la fine dell’anno.

Anche se le aziende riaprono e le persone tornano in strada, esistono diversi modi per rallentare la diffusione del virus. Tra questi: mantenersi a distanza gli uni dagli altri, evitare di toccarsi il viso, lavarsi le mani, indossare la mascherina, se si è in giro. Tutte abitudini che – in una certa misura – le persone hanno acquisito, durante la prima fase.

Un modello, gestito dal gruppo di ricerca sulle competenze in sanità pubblica, ha mostrato che, tali misure, potrebbero ridurre le morti da Coronavirus, in Francia, da 200.000 a 85.000, semplicemente rispettando la distanza sociale o indossando la mascherina.

Tuttavia, anche nel migliore dei casi, con le nuove infezioni non si esclude il rinnovarsi, negli ospedali, di una ennesima inondazione di ricoveri.

‘Mini-onde’

Altre misure vitali, dopo la fine dei blocchi, sono il test e la tracciabilità dei contatti. Vale a dire, la ricerca di nuove infezioni e l’isolamento anche delle persone in stretto contatto.

In questo senso, i Paesi sono stati in grado di aumentare le loro capacità: “Potremmo avere una serie di mini-onde“, secondo Didier Pitter, responsabile del controllo e della prevenzione delle infezioni, negli ospedali dell’Università di Ginevra.

I Governi cercheranno di limitare la velocità di trasmissione di Covid-19 (R0) a un valore inferiore a uno. Vale a dire, ogni persona infetta, si infetterà in media meno dell’altra.

A conferma, uno studio, pubblicato il mese scorso su The Lancet. La ricerca ha mostrato che i test, la tracciabilità dei contatti e l’isolamento delle infezioni confermate hanno ridotto l’R0 nella città cinese meridionale di Shenzhen a 0,4. Ciò ha aiutato la città ad evitare un focolaio, come quello che ha colpito Wuhan.

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