Benvenuti alla fiera della stupidità. Racconto di tre cretini… patentati

Benvenuti alla fiera della stupidità. Racconto di tre cretini… patentati

Ci sono storie che lasciano zitti. Impongono il silenzio, poiché suonano talmente agghiaccianti che qualsiasi commento, al riguardo, pare banale.

Quando si è ragazzi, spesso, si pratica sui coetanei l’esercizio della crudeltà. Una sorta di allenamento alle difficoltà della vita. Una palestra, in cui vige ‘la legge del più forte‘. I sentimenti vengono accantonati – il cuore sembra un ingombro – e si gioca, irresponsabili, spietati, feroci con le debolezze di chi, non potendo difendersi, non può far altro che chinare la testa.

Poi si cresce. Ci si dimentica. Si va avanti, in qualche modo. Come se quel tratto di quotidiana cattiveria facesse parte di un disegno più vasto, in cui ogni tessera, persino quella dell’ignoranza, viene concessa. Eppure non è per tutti uguale. C’è chi, pur avendo compiuto 33, 34, 40 anni, rimane fermo lì, ancorato – chissà, forse con segreta disperazione – a quanto lo ha corroborato, facendolo sentire grande, forte, potente.

Cronaca di ordinaria ignoranza

Può capitare, dunque – ed è capitato – che tre uomini convincano un giovane, affetto da disabilità mentale, a spogliarsi ed inviare loro le immagini. Un ‘tesoretto’, di cui fare sfoggio, poi, sui social network. Certo – si potrebbe commentare – si tratta di tre pregiudicati e certo, quello è ‘lo scemo del villaggio’. Già.

E che conta aver inserito il ragazzo in un gruppo Facebook: Antonio u’ spasticu. Così non ci si sbaglia. Che conta l’imbarazzo. Che conta deridere, ingannare, infamare. Che conta ferire, se poi… si ride.

Nonostante la vittima abbia nuovamente cancellato l’iscrizione – prima e seconda erano già state rimosse – è stato convinto ad entrare in un terzo gruppo: Fratelli di Gesù. Un deterrente, per trattenerlo, facendo leva sulla discriminante religiosa della chat.

Nel corso di una video-chiamata, i tre hanno chiesto all’ignaro bersaglio di scattarsi alcune foto, completamente nudo. E’ bastato un attimo perché divenissero virali, contagiando l’etere e il web di un’aria ‘viziata’, malsana. “Semplice soddisfazione e diverimento“, così si sono giustificati i tre.

Beh, ce lo aspettavamo, almeno un po’. Perché quando si è piccoli – e non stiamo parlando dell’età – anche le idee sono meschine, ridicole, miopi… e volgari. Troppo, per un secondo appello.

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