Franca Leosini contro Tutti. Si scatena la Super diva della Tv
“Non ho detto che la responsabilità è delle donne. Era un contesto colloquiale, dove ho espresso un pensiero che corre sul filo della logica e, soprattutto, che è da considerare un consiglio. Non certo un rimprovero. Perché, lo ripeto, sarebbe opportuno, per una donna, andarsene al primo accenno di violenza. Non aspettare che monti, arrivando alle estreme conseguenze“.
Suona di giustifica, anche se tale non è, la dichiarazione, concessa da Franca Leosini, a La Stampa.
La celebre conduttrice di Storie Maledette, programma storico di Rai Tre, è tornata a sottolineare quanto voluto intendere, nel corso della seconda puntata della nuova edizione, dedicata alla trasmissione. Rivolgendosi a Sonia Bracciale, accusata di essere la mandante dell’omicidio del marito, reo di abusi, la giornalista aveva commentato: “La responsabilità ce l’ha anche lei, come tutte le donne che non mollano il marito, al primo schiaffone“. Un pensiero, capace di aizzare una ridda di polemiche.
Gli ammonimenti delle Associazioni femministe
Sono in molti che, nell’affermazione, hanno voluto leggere una vera e propria sentenza, a discrimine delle donne. Parole, come sempre che, decontestualizzate, nulla o poco hanno a che vedere con al realtà.
A puntare il dito è stata, in particolare, Antonella Veltri, presidente dell’associazione D.i.Re – Donne, in rete contro la violenza. Attraverso un comunicato stampa, ha perentoriamente parlato di un dialogo pieno di insinuazioni, colpevolizzazioni e giudizi moralistici. Secondo la donna, Franca Leosini, così facendo, avrebbe incentivato i sensi di colpa nella carnefice, al contempo vittima, per anni, delle violenze fisiche e psicologiche del partner:
“Si chiama vittimizzazione secondaria“, spiega Veltri. “Succede, ancora, continuamente nelle aule dei tribunali, dove le donne che denunciano la violenza non sono credute. Ieri, questo trattamento è stato imposto a Sonia Bracciale, da Franca Leosini”.
“Ma lei una padellata in testa a suo marito non gliel’ha mai data?“, aveva, peraltro, aggiunto quella che, per modi e comportamenti – senza nulla togliere alla preparazione – è assurta ad incontrastata icona gay. Infiammando, non di meno, i vertici dell’associazione che, in una nota, bolla la ‘nostra’ come incompetente. “Al di là dell’incompetenza con cui una giornalista si permette di parlare a una donna che ha subito violenza, senza avere una formazione e gli strumenti di base per affrontare un discorso tanto delicato, quanto complesso, ciò che emerge, prepotente e insopportabile, è l’eterno giudizio verso le donne, che non se ne sono andate per tempo dalla figura violenta”, si evince, senza mezzi termini. “Neppure quando vengono ammazzate, si smette di giudicarle“.
Dovere di cronaca, Sonia Bracciale è stata condannata a 21 anni di reclusione, come mandante dell’omicidio del marito, Dino Reatti, avvenuto ad Anzola dell’Emilia (Bologna), nel giugno del 2012.
La controreplica della Leosini
″È sbagliato prendere alla lettera una affermazione che è figurativa e dove non c’è nessun giudizio, ma un consiglio, che mi sembra di minima prudenza“, rincara, quindi, Leosini. “A me dispiace essere fraintesa, anche perché, con la mia vita e le mie battaglie, ho dimostrato come la penso e che sono sempre dalla parte delle donne. Mi sembra incredibile che si possa supporre il contrario. Ci mancherebbe che una donna fosse responsabile di una violenza subita. Capire, dubitare, raccontare, sono i tre verbi che frequento nella mia trasmissione“.
Pare strano – per chi la segue da anni – doverla ascoltare, mentre cerca di svelare ai detrattori ciò che, conoscendola, è già evidente. E dire che, solo pochi giorni fa, Alessandro Cecchi Paone, invitato a dire la sua, dalle pagine del settimanale Nuovo Tv, aveva così sentenziato, sulla Leosini: “Ha la capacità di indagare il male, i sentimenti più tremendi, restando immacolata.”
“Un’operazione da grande maestra“, dunque. Avvallata, come se non bastasse, dalle cifre. La puntata del 7 giugno ha totalizzato 1.420.000 spettatori, pari ad uno share del 6.2%, mentre quella del 14 giugno è stata seguita da 1.408.000 spettatori, con uno share del 6.6%. Numeri importanti, che testimoniano il successo e la credibilità di un programma (nato nel 1994) e di una professionalità che, malgrado tutto, non accenna a tramontare.
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