Allodola: il segreto del canto che sedusse Romeo e Giulietta

Allodola: il segreto del canto che sedusse Romeo e Giulietta

Giulietta: “Vuoi già partire? Il giorno non è ancora vicino. Era l’usignolo e non l’allodola, quello che ti ha ferito col suo canto l’orecchio trepidante. Canta tutte le notti su quel melograno laggiù: credi, amor mio, era l’usignolo“.
Romeo: “Era l’allodola, messaggera del mattino, non l’usignolo…”

Così, tra le righe di shakespiriana memoria, nel terzo atto – scena quinta – della più celebre e romantica tra le storie d’amore…

Ma, al di là della poesia, come suona, veramente, la situazione? Ebbene, è proprio il caso di sottolinearlo. Allodola e Usignolo sono entrambi ‘mostruosamente’ intonati.

Alauda Arvensis

L’Alauda Arvensis, in particolare, deriva dal Vecchio Mondo. Nidifica principalmente in Europa ed Asia, in cui fa ritorno durante i periodi migratori, in autunno e in primavera. Ma è stata introdotta in Australia, Nuova Zelanda, Hawaii e British Columbia.

Diciotto centimetri di melodia; un incanto, dal piumaggio marrone intarsiato, nel petto, da sfumature brune e bianche. Dimensioni e colori, pensati affinché sia più semplice mimetizzarsi, proteggendosi dai predatori. A colpire, tuttavia, sono soprattutto la capacità di volo e il canto, fuori dal comune.

Quando l’allodola spicca il volo, infatti, intona magiche note. Una fascinazione, della durata di circa due o tre minuti, indimenticabile all’orecchio di chi ascolta.

Il maschio della specie è dotato di ali che gli consentono un volo prestante. A caratterizzarlo, inoltre, una cresta corta e robusta e ‘gambe’, altrettanto forti. La femmina, a sua volta, depone tra le tre e le sei uova, principalmente nel mese di giugno, anche se non si escludono una seconda o, addirittura, una terza covata, nel corso dell’anno.

Nido di allodola

Gran parte del tempo è dedicato alla ricerca di cibo: semi e insetti, di cui l’animale fa incetta, soprattutto durante la stagione riproduttiva.

Ama gli spazi aperti, dalle brughiere ai terreni coltivati. E’ lì, infatti, che nidifica, nascosto tra il fogliame. Come spesso accade, il cambiamento delle pratiche agricole, più ancora che l’uso dei pesticidi, hanno determinato, nel tempo, una riduzione degli esemplari: il 10% in meno, rispetto al numero registrato tre decenni or sono.

10 curiosità, di cui forse non sapevate…

In termini di gola, solo l’usignolo rivaleggia con l’allodola. Una musica complessa e assai variabile – consegnata in un intervallo di frequenza ristretto – che contempla dalle 160 alle 460 sillabe

Dall’epoca vittoriana, deriviamo che l’altezza del volo canoro dell’allodola si svela a circa 600 metri (2000 piedi).

Sempre nell’Inghilterra di fine ‘800, l’allodola era pratica di caccia. Il bottino record fu, allora, di 1000 esemplari, in un solo giorno. E non era insolito tenere in vita un esemplare maschio: 15 scellini, per un ‘cantante’ in esclusiva.

Gli uccelli venivano catturati tramite metodi ingegnosi: venivano fatti ingoiare da altre specie oppure si adoperarva uno strumento (proibito per legge), formato da una o più palette dal movimento circolare, coperte da frammenti di specchio e azionate da un meccanismo a molla, piuttosto che – in tempi più moderni – da un motorino elettrico. Lo strumento, illuminato dal sole, ingannava gli uccelli, attirandoli nella rete preparata dai cacciatori

La durata media di un volo cantato – lo si è detto – è di poco più di due minuti, ma sono state registrate performance di oltre i trenta minuti. Sempre, irriducibilmente, prima dell’alba. Un canto, che si ascolta durante il corso dei 12 mesi; meno frequente tra metà novembre e fine gennaio

Nonostante le preziose caratteristiche di cui sin qui si è esposto, l’allodola è stata a lungo valutata per la prelibatezza delle sue carni, presente perfino alla tavola di Edoardo I. Tuttora, in Francia, per via della caccia legale, è considerata specie a rischio

Nel 1965, il costo di 12 allodole si aggirava intorno al medesimo prezzo di un Germano Reale. La caccia avveniva durante la notte, distribuendo reti apposite attraverso i campi

Si contano solo 10 coppie di allodole presso le isole Fær Øer, la popolazione in assoluto più contenuta d’Europa. Diversamente, in Polonia – massimo esempio – se ne contano dai cinque ai dieci milioni.

L’allodola di Raso, cugina stretta della ‘nostra’, è rintracciabile, nel numero di 100, unicamente su un’isola dell’arcipelago di Capo Verde. In Gran Bretagna, invece, possono rintracciarsene numerose, tra le dune costiere e le cime dei Cairngorms

Leggenda vuole che siano state scritte più poesie sul canto dell’allodola che per qualsiasi altro volatile

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