Cerchietto: quella corona pret – à – poter
Prima o poi lo abbiamo indossato tutte che, ce lo ha insegnato Biancaneve, fa tanto principessa. E tali ci siamo sentite, almeno in qualche occasione, merito anche dell’accessorio che, da solo, arreda il capo con quel ‘non so che’ di regale, che lo sa rendere inimitabile.
Mossa – geniale, ci permettiamo di aggiungere – di Christian Dior che, nel 1947, propose il New Look, con tutto quel che ne è derivato. Elevandolo a Status symbol tra gli elementi che incorniciano la bellezza di ogni donna.
E se, nell’universo dell’immaginario, c’è chi colloca, in primis, tra le chiome dell’ingenua Alice, il cerchietto, in verità, la paternità va ricercata assai più là. Bisogna voltarsi indietro fino all’antica Grecia… incamminarsi tra le strade percorse dai Romani prima e dagli Etruschi poi, per ritrovare le ghirlande, associate, all’inizio, ad eventi importanti. Via via, decorate in maniera più evidente.. più saccente. Ori e gioielli che, come spesso accade – la moda ha voluto interpretare in infinite letture – giocando con il grazioso ‘ferro di cavallo’ e assurgendolo a must di eleganza.
Del resto, persino la Principessa per eccellenza, colei che, scelta dalla realtà monegasca, non esitò ad abbandonare il proprio Regno, quello di Hollywood, per incoronarsi a Regina di una frazione di terra infinitesimale – neppure Grace, dicevamo, volle rinunciarci. Ne divenne, anzi, in quegli anni, l’icona.
Si divertirono i creatori di sogni sulla sua figura, giocando e intanto, sapientemente, delineandone l’immagine. Come non accorgersi – d’altronde – di quanto fosse naturale, per le mani dei sarti più esperti, scolpire i lineamenti da Cigno dell’attrice? Semplicemente, ascoltare i dettami di una grazia che si suggeriva, di per se stessa, particolare. Ghiaccio Bollente, la musa di Hitchcock, aveva un cerchietto anche in quella due giorni – 18/19 aprile 1956 – in cui, all’alare, pronunciava il proprio Sì.
Il resto è moda, ad ogni donna il suo. Come convien… che si vuole, per scomodare l’eccelso Dante.
In raso o cotone, nei mesi caldi, abbinato, magari, ad un raccolto oppure ad una treccia. Leggermente bombato; in velluto oppure intarsiato, per la stagione fredda: eccellente su gonne e abiti dal gusto vintage, esalta i tessuti floreali e le micro fantasie. Le più coraggiose possono adoperarlo ‘a contrasto’ e c’è anche chi non rinuncia a farne sfoggio sul trench o sul classico blazer.
Una curiosità: parlando di morfologia, su quale volto sta meglio? Fermo restando che un ovale può permettersi ogni sfizio, altrettanto bene vanno le forme quadrangolari, quelle scolpite alla Angelina Jolie, per intenderci. Meno si adatta, invece, ai visi triangolari o particolarmente allungati, eccessivamente magri. E per quante presentano lineamenti tondeggianti, il segreto è puntare ad un modello che tenda, nel risultato, a verticalizzare ed allungare. Il fondo, è tutta una questione di equilibri.
LEGGI ANCHE: Banana Bun: i capelli st’estate li porto così
LEGGI ANCHE: Biondo platino: una storia che porta il timbro di Marilyn Monroe
Commento all'articolo