Le ‘bravate’ di quel discolo di De Luca

Le ‘bravate’ di quel discolo di De Luca

Indagato per falso e truffa. Lo diciamo subito, con la stessa schiettezza con cui lo dichiarerebbe il diretto interessato.

A pochi giorni dalle elezioni regionali in Campania, previste il 20 e il 21 settembre 2020, si apprende che l’attuale governatore, Vincenzo De Luca, candidato con il centrosinistra, avrebbe favorito quattro autisti ad elementi del suo entourage, assumendoli in Regione, nonostante non avessero le competenze adeguate.

Già ascoltato dai magistrati, senza colpo ferire; già risposto a tutte le domande. Pronti via.

Del resto, è di De Luca che stiamo parlando, uomo dalle spontanee intemperanze, dalle ‘uscite’ talmente inaspettate da assumere un sapore, spesso, quasi comico.

Uno che, nei giorni del lockdown, a quanto si sostiene, avrebbe favorito a ruoli di responsabilità quattro elementi del proprio staff di Salerno.

I FATTI

L’indagine risale a qualche mese fa. Secondo quanto riportato, De Luca avrebbe promosso, con relativo aumento di stipendio e un’indennità lorda annua, pari a 4.600 euro, Claudio Postiglione, Gianfranco Baldi, Giuseppe Muro e Giuseppe Polverino.

Sarebbe partito tutto da un incidente stradale. Governatore a bordo, l’auto su cui viaggiava avrebbe investito una 22enne, che invece si muoveva in scooter. L’uomo, pur autorizzato, stava viaggiando contromano. Ira – manco a dirlo – delle opposizioni che, fin da subito, non persero occasione per sottolineare come, pur di anticipare il ritorno a casa del politico, si era percorso un tratto di strada controsenso. “Non è la prima volta che il presidente non rispetta il codice della strada: anche nel febbraio 2015 Le Iene lo avevano beccato a percorrere un divieto d’accesso, solo per risparmiare qualche minuto sul percorso“. Parola, allora, di Valeria Ciarambino.

LE RICERCHE

Oltre che per la violazione del codice, tuttavia, la magistratura, scavando meglio, si è imbattuta nell’ennesimo caso di mancanza di competenze, da parte di chi, insignito di una determinata autorità, non possedeva gli attributi per potersene arrogare oneri… e onori. Di qui, l’accusa. E’ presto spiegato.

Il Pubblico Ministero Ida Frongillo ha già fatto il suo. La Procura è dunque nella posizione di chiudere le indagini. E c’è chi sussurra di archiviazione. Come a dire, tanto rumore per nulla, ma alzare polveroni, di questi tempi, conviene. Al Referendum manca poco. Troppo poco. Occorre smuovere le acque, occorre mobilitarsi… occorrono idee, qualunque idea, perché la guerra è sotterranea. Non c’è posto, di fonte all’urgenza più concreta del Covid, per battibecchi di poco conto, anche là dove di poco conto non sono. Ora bisogna provvedere. Senza farsi sorprendere, possibilmente. Senza che sembri fatto apposta. Senza, insomma, che se ne sappia in giro.

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