‘Rispetta te e gli altri’. Il Governo arma le azioni preventive anti -Covid
Eccola alle porte, la famigerata seconda ondata. Sta sull’uscio, indecisa se entrare a gamba tesa o se, prima, provare a bussare, talmente evocata da risultare quasi l’ospite più atteso della Festa.
Che poi, ci domandiamo, ma quando mai è finita la prima?
Così il Governo si barda di tutto punto, in attesa che il nemico si palesi. Il piano è pronto, fa sapere Giuseppe Conte, a cominciare dall’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto. Iniziativa in vigore, al momento, per le regioni Lazio, Campania e Basilicata, ma che promette di estendersi su territorio nazionale.
Si sta ancora valutando, tiene a precisare il Presidente del Consiglio. Intanto, per chi deroga, si prevedono una serie di sanzioni. In più, prevista, dal 5 all’11 ottobre, una campagna mediatica su larga scala. “Rispetta te e gli altri“, questo il banner, nel tentativo di instradare verso l’utilizzo, tutt’ora esiguo, dell’App Immuni.
“Non possiamo permetterci di farci trovare impreparati“, sottolinea il Premier,mentre Palazzo Chigi starebbe valutando ogni misura, per contrastare il diffondersi del virus. Del resto, gli ultimi dati si aggirano intorno ai 2.500 positivi al giorno e c’è poco da attendere. Obiettivo comune è evitare un secondo lockdown, dal quale riprendersi, per l’economia del Paese, risulterebbe a dir poco arduo. “Dobbiamo mantenere alta la soglia di attenzione. Basta una distrazione, per un breve arco temporale, perché la curva sfugga di nuovo al controllo. E sarebbe terribile“, si sottolinea, a suggello di una preoccupazione senza dubbio trasversale.
Attualmente – nota positiva – la situazione, all’interno delle strutture ospedaliere, è sotto controllo. Nei giorni scorsi, si è tuttavia ipotizzato di prorogare lo stato d’emergenza, fino al 31 gennaio 2021. Eventualità, che verrà confermata solo dopo un confronto con il Parlamento. Conte ha chiesto alle Regioni di proseguire unite, mantenendo il limite massimo di mille persone negli stadi, per quanto riguarda grandi eventi, come le partite di calcio di serie A. Non è ancora stato deciso se limitare al 10% la presenza degli spettatori, in altre manifestazioni all’aperto. Al chiuso, non più di 200 persone, sia per eventi sportivi sia non.
E si paventa, per scongiurare l’effetto ‘chiusura totale’ l’ipotesi di micro-lockdown. Zone rosse, circoscritte, per cercare di intervenire, fin dall’inizio, su nuovi focolai, che si tratti di scuole, condomini, supermercati o aziende.
Intensificati, inoltre, i controlli da parte delle Forze dell’Ordine. Potrebbero scattare multe, anche salate, per chi verrà trovato senza mascherina. Riguardo alla riapertura delle scuole e all’incidenza sulla diffusione pandemica, i risultati – stando all’Organizzazione Mondiale della Sanità – saranno disponibili solo a metà della prossima settimana e, sempre secondo le previsioni degli esperti di Ginevra, a breve, dovremmo assistere ad un innalzamento dell’età dei contagiati, con un conseguente aumento dei ricoveri e dei decessi. Si lavora, pertanto, al potenziamento dei reparti di terapia intensiva.
Il commissario, Domenico Arcuri, in tal senso, è in procinto di emettere un bando, che prevede l’apertura di 1.044 cantieri in 457 ospedali e 176 ASL, per creare stabilmente 3.444 letti in terapia intensiva e 4.123 in sub-intensiva. Intanto, si fa affidamento sui 5.179 già esistenti, oltre ai mille creati in piena emergenza. Una media di 6 mila posti letto, riservati, tuttavia, nel periodo freddo, per il 90% ai soggetti anziani, colpiti da malanni stagionali. Ne rimarrebbero circa 1.500, dunque, disponibili, tra i quali 300 – purtroppo – già insediati. Non ultimo, da valutare la penuria di medici. C’è carenza di anestisti: ne mancano almeno 3000, a fronte dei mille specializzandi, assunti in virtù del decreto del 9 marzo.
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