Billie Ellish e quella pancia che ‘fa senso’…

Billie Ellish e quella pancia che ‘fa senso’…

No, non si tratta di un pezzo che ‘non suona’, né di una voce che ‘non convince’… qui è l’la canotta’ che non va. Quella, per la precisione, con indosso la quale è stata paparazzata Billie Eilish. Sono bastati una maglietta ed un paio di pantaloncini per scatenare gli haters, feroci come e più di sempre. Del resto, un artista ha il ‘dovere’ di mostrarsi al meglio, no? Che importa che tipo di prodotto offra al suo pubblico; quanta ricerca ci sia dietro o, magari, che abbia qualcosa da dire? Quanto può contare tutto questo, in termini di argomento, di fronte a rotondità che ‘meritano’ assolutamente di essere redarguite? Sottolineate? Punite?

E’ già la Corte Suprema ha sentenziato perché, sia pur involontariamente, se ne urtata la sensibilità. Con quale tracotanza, a 18 anni, ci si arroga il diritto di mettere su qualche chilo, per poi spiattellarlo in faccia a chi, invadente, vuole a tutti i costi sapere, osservare dal chiavistello della porta: ‘in fondo il biglietto l’ho pagato e allora voglio guardare‘. Ma, ancor peggio ‘quel che voglio, più o meno lecitamente, osservare deve corrispondere alle aspettative‘. Altrimenti, guai. Così, al via, un’ondata di bodyshaming, da cui la giovane cantante è stata travolta, manco si fosse macchiata di chissà quale crimine. Poche ore, per balzare a trending topic sui Social.

A me fa senso quella pancetta“, schive qualcuno. “Ha messo su peso“, replica un altro. E poi, ancora: “Sembra vecchia“, e così via.

Parole, che hanno il peso specifico di un masso, pronunciate con un a leggerezza da mettere i brividi. L’attenzione, sempre più morbosa per l’involucro porta, di giorno in giorno, ad abdicare al contenuto. Siamo Esteti compiaciuti del nulla e in quel nulla ci crogioliamo e ci perdiamo, sempre più.

Billie Eilish ha 18 anni e ha paura di mostrare il suo corpo per colpa vostra. Non vi fate schifo? Sessualizzare una ragazza solo perché non segue i vostri stupidi standard di bellezza?“. C’è chi, per fortuna, trova il coraggio di controbattere. “Vi sentite realizzati dopo aver insultato e deriso una ragazzina, per un corpo assolutamente nella norma, solo perché a 18 anni ha realizzato più di quanto farete voi in tutta la vita?“. Ed anzi, i Twitter di utenti, pronti ad intervenire in favore dell’adolescente – perché poi, Star o meno, di questo si tratta – non si sono resi latitanti.

Fa veramente schifo e rabbia il fatto che la gente stia riempiendo di insulti Billie Eilish, perché ormai troppo condizionata dai canoni assurdi imposti dalla società, quando questa ragazza ha un fisico assolutamente normale e naturale. È insopportabile“.

Neppure troppi mesi or sono, nel bel mezzo di un’intervista rilasciata alla Bbc, stessa aveva confessato: “Ho smesso di leggere i commenti. Mi stavano rovinando la vita“. Segno che la mira era centrata.

La ragazza raccontava della propria vittoria agli ultimi Brit Awards ed è assurdo come si sia perso di vista l’intento reale di chi, dotato di talento lo mette a disposizione, per esteso, sotto l’istanza di comunicare. Comunicarsi… Lo fa, oggi, a quale prezzo?

Mi sono sentita così odiata ultimamente. E quando stavo sul palco e ho visto tutti voi sorridermi mi è venuta voglia di piangere…“.

Ecco, a noi, invece, fa piangere chi riesce ad abbinare ignoranza ad invidia, a frustrazione. Chi, sentendosi inadeguato, scarica lo scontento su quanto lo circonda. Chi, piuttosto che migliorare se stesso, preferisce denigrare gli altri. Costa meno, è più veloce e che soddisfazione… senza rendersi conto che, sotto sotto, sta uccidendo quel che ha di meglio da dare.

C’era un tempo chi, filosofo, credeva e sosteneva la bontà, nelle premesse, dell’essere umano. Sorta di mutazione che, dunque, avviene nel tempo, deturpato – quest’ultimo – dalle esperienze della vita.

Facciamo finta che sia così. Crediamoci, come quegli atti di fede che non pretendono domande. Pensiamo e cerchiamo il bello, in tutti e in ogni cosa. E sorridiamo, famelici, semmai, di vita. Della nostra, imperfetta e sfaccettata ma unico bene a cui rimane di appellarci. Amiamola. Ma davvero, non concedendo tutto questo spazio a sentimenti che esacerbano l’animo e non conducono in nessuna direzione…

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