Federalberghi e la scure del Dpcm

Federalberghi e la scure del Dpcm

Il Dpcm della bufera. Non quella che ha preso ad imperversare, in questi giorni, tra le montagne del Nord Italia, bensì, l’altra, in riferimento alle misure convalidate dal Governo, in merito alle prossime Festività.

I NUMERI DELL’AFFONDO

Natale, come siamo soliti intenderlo, non ci sarà. E, fin qui, lo abbiamo compreso. Ma, al di là di un Cenone dai toni dimessi, Federalberghi fa notare come le conseguenze, per quanto riguarda il settore, possano profilarsi drammatiche.

Parla chiaro Alessandro Massimo Nucara, DG dell’associazione di categoria: “Se è vero che, in un anno ‘normale’, sono circa 19 milioni gli italiani che si mettono in viaggio tra Natale e l’Epifania, con una spesa media di circa 730 euro a persona (comprensiva di trasporto, alloggio, cibo e divertimenti) – per un giro d’affari complessivo di 14 miliardi di euro – prevediamo che il 90% di tutto questo andrà perduto“. Fosche nubi, che si appalesano all’orizzonte. Sostenute, peraltro, dal valore delle vacanze invernali: stando alle cifre, gli italiani che solitamente si regalano una vacanza sulla neve, tra i mesi di gennaio e marzo, ammontano ad 11 milioni, con un giro d’affari di oltre 8 miliardi di euro. Un ulteriore 90% perso, sempre secondo Nucara.

Proviamo a riflettere: “E’ pur vero che si potrà cenare in camera, ma poniamo che ci si rechi a Firenze. Dalle 18 è tutto chiuso, quindi non resta che andare in albergo, dove si potrà cenare solo in camera. Ma, allora, tanto vale restare a casa“. E, sempre stando al ragionamento, anche le ‘gite fuori porta’, nelle giornate del 25 e 26, quelle, cioè, in cui non ci potrà sopostare tra Comuni, perderanno completamente di senso.

CIITADINI RAPITI IN CASA

È vero. Gli alberghi non subiranno fermi, “ma, più di quanto sia successo in passato, vengono chiusi in casa i clienti. Magari si riescono a configurare mini-offerte e, quindi, qualcuno si muoverà… Dobbiamo tutti quanti riorganizzarci perché è responsabilità collettiva tener conto della difficoltà del momento“, sottolinea. “Ma la norma sembra fatta apposta per dire: italiani state a casa“.

E se, da una parte, si trova a sottolineare le agevolazioni prodotte dal Decreto Ristori: “fino ad oggi c’è stata un’attenzione e speriamo continui così, anche in futuro”. Dall’altra, fa notare che “la pandemia ha colpito duro sulle imprese ricettive e, in queste settimane, stiamo assistendo ad una replica di quanto già visto durante il lockdown primaverile“.

Che dire, poi, della faccenda sci. “Si prepara un inverno tragico“, sottolinea, ancora. “Non sappiamo se il 7 gennaio gli impianti saranno riaperti. Per cui, oltre a perdere il flusso di Natale, si rischia di perdere tutta la stagione“. Allo zero assoluto non ci si arriverà, certo, ma parlare di low profile rispetto alla questione, è sin troppo riduttivo.

Da marzo a maggio abbiamo perso il 91% dei clienti e del giro d’affari“, conclude amaro. “E’ ragionevole pensare che questo accada anche a Natale“.

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