Non ci rimane che il Panettone

Non ci rimane che il Panettone

72 ore di preparazione, sostenute dall’attenzione certosina che comincia dalla selezione delle materie prime, prosegue nella lavorazione dell’impasto, si configura nel vigilare la fermentazione. Per le prossime Feste, almeno una garanzia rimane e conserva la fragranza di un sapore che racconta di tradizione, sa di famiglia, di consuetudini, insomma, da cui stentiamo a svincolarci.

Nei giorni del Covid bisogna ingegnarsi…

E la lezione l’ha imparata bene la premiata pasticceria Dolcemascolo di Frosinone che, al suo trentesimo anniversario, si è concessa un regalo: vendite, cioè, da effettuarsi on-line.

Al ritmo di 200 pezzi al giorno, vengono sfornate 4 tipologie di Panettoni (classico – cioccolato – cioccolato e pere – frutti rossi). In sostanza, la versione basic si arricchisce di arancia e cedro canditi, mentre la rilettura più golosa prevede, tra gli ingredienti, gocce di cioccolato Valrhona. L’abbinamento con le pere traccia un gusto bilanciato; quello con i frutti rossi, invece, mira ad esaltare i manufatti del territorio.

In previsione, anche un lievitato, disponibile su piattaforma internet ma ancora top-secret. 100 soli pezzi, la tiratura.

All’aroma di vaniglia – quella del Madagascar, che qui si fa sul serio – l’altro ‘intramontabile’, vale a dire il Pandoro. E non mancano le ricercatezze, dall’utilizzo del burro francese al trattamento dell’uvetta, nonché una ricerca meticolosa riguardo al metodo di idratazione del prodotto. 40 giorni di conservazione per il Panettone, 25 per il Pandoro. Niente conservanti. Unicamente diletto per il palato.

A fronte di una qualità che poggia le basi sull’esperienza, nuove vie di comunicazione e smercio, dunque, ma anche un packaging più seducente e attuale, impreziosito da una speciale pellicola soft-touch. La scatola dai toni robusti è atta a preservare ulteriormente la freschezza del dolce ‘in viaggio’ da possibili sbalzi termici, in fase di trasporto. Ultima nota, l’opportunità di personalizzare l’acquisto, magari arredandolo di un messaggio bene augurale, che non conta costi aggiuntivi.

Un laboratorio in fieri, nato nel 1990 e impregnato delle conoscenze da cui deriva. Una tra le tante piccole aziende che, a suon di idee, manifesta la volontà di non arrendersi, in barba alle difficoltà. Celebra il Natale, nell’intenzione e nell’attesa che ne seguano altri. Più floridi, più felici, per tutti.

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